27 GENNAIO: IL GIORNO DELLA MEMORIA – COMUNICATO 27.01.2020
Si celebra oggi, 27 gennaio, il Giorno della Memoria 2020, la ricorrenza in cui ogni anno, in tutto il mondo, si commemorano le vittime dell’Olocausto, ma anche l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz del 1945. Sono trascorsi 75 anni dal giorno in cui le truppe sovietiche varcarono la nota scritta “Arbei macht frei”, iniziando così la liberazione del più grande campo di sterminio nazista, il famigerato campo di concentramento dove trovarono la morte migliaia di persone. L’obiettivo è quello di non dimenticare mai quanto avvenne tra il 1939 ed il 1945, quando non solo ebrei ma anche disabili, senzatetto, rom ed omosessuali furono deportati ed uccisi nei campi di sterminio per mano del regime nazista.
Oggi, 75 anni anni fa, aveva fine il genocidio degli ebrei e la follia nazista di privare della libertà e di sterminare 6 milioni di uomini solo perché ritenuti inferiori.
L’Italia ricorda lo sterminio del popolo ebraico ma anche più direttamente la persecuzione degli ebrei italiani. In questa giornata sono rivolte diverse iniziative e momenti di riflessione alle vittime della Shoah, a tutti i deportati politici e militari italiani, a chi volle opporsi allo sterminio, rischiando la vita per salvare i più deboli. Il Comitato di Coordinamento per le iniziative in ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha previsto una serie di eventi, volti a diffondere la conoscenza di tutti i crimini commessi dal nazifascismo.
E’ di fondamentale importanza ricordare e celebrare questa giornata affinché mai più possa verificarsi una tale “catastrofe” (traduzione letteraria della parola ebraica Shoah). Di grande effetto e commozione sono state le parole di Ruth Dureghello, Presidente della Comunità ebraica di Roma:” Se vogliamo che veramente quell’odio e quel punto a cui si è arrivati 70 anni fa non si ripresenti di nuovo, ricordare ha un senso ed è fondamentale”.
Oggi, però, 75 anni dopo, la storia non è ancora finita, perché di posti finalizzati alla persecuzione, alla privazione della libertà ed alla ripetizione quotidiana di quello stesso orrore nazista ne è ancora pieno il Mondo
Ed allora Meritocrazia Italia non intende dimenticare una pagina di storia così atroce, sentendo il bisogno di richiamare le responsabilità nostrane sulle disonorevoli leggi razziali con l’emozionante poesia “Shemà” di Primo Levi, che è di apertura all’opera memorialistica: “Se questo è un uomo”, lo scrittore fu presente alla liberazione del campo di Auschwitz, dal momento che, dal 22 febbraio 1944, era lì imprigionato essendo egli stesso ebreo:
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa e andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.