
8 Marzo: MI promuove l’iniziativa “E se fosse andata diversamente?”
La Cultura è un racconto collettivo, un mosaico fatto di pensieri, intuizioni, rivoluzioni. Eppure, per secoli, metà di questa storia è stata sussurrata, relegata ai margini, talvolta sottratta. Non perché le donne non abbiano pensato, scritto, scoperto, creato. Ma perché si è scelto di non ascoltarle.
Non è una questione di numeri, ma di sguardi.
Maria Gaetana Agnesi ha dato un contributo straordinario alla matematica, come Eulero.
Grazia Deledda ha raccontato l’anima di un’epoca con la stessa forza di D’Annunzio.
Rita Levi-Montalcini ha cambiato il volto della scienza, così come Watson e Crick.
Artemisia Gentileschi ha reso la pittura teatro di una sfida, come Caravaggio.
Questi nomi non sono ombre né note a margine, ma parti integranti della nostra storia culturale. Il problema non è la loro assenza, ma la nostra abitudine a non nominarle abbastanza.
Oggi, però, abbiamo una responsabilità: rimettere al centro il merito, senza preconcetti, senza scorciatoie, senza omissioni. Perché non esiste cultura universale se non include tutte le voci, senza distinzioni di genere.
Meritocrazia Italia si impegna da sempre affinché il talento non trovi ostacoli, affinché nei libri di scuola, nei programmi accademici, nei tavoli decisionali sia riconosciuta la ricchezza di una storia che appartiene a tutti. Non si tratta di rimediare a un torto, ma di restituire completezza al sapere. Non è questione di quote rosa o concessioni ma escludere metà del pensiero significa rinunciare alla complessità, alla profondità, alla vera innovazione.
Ripartiamo dalla scuola. Inseriamo nei libri di testo le figure femminili che hanno fatto la storia della cultura, della scienza, della filosofia, dell’arte.
Anzi ripartiamo da noi. Riscriviamola la storia.
Meritocrazia Italia promuove sulle sue pagine social la campagna “E se fosse andata diversamente?”.
La cultura non ha genere, ma ha bisogno di tutte le voci per essere davvero universale.
Stop war.