A MARGINE DEL SECONDO CONGRESSO NAZIONALE – 13 SETTEMBRE 2020
È trascorsa una settimana dal secondo Congresso nazionale.
L’evento ha impegnato la dirigenza in un’opera organizzativa resa ancora più faticosa dal necessario adeguamento alla normativa anti-Covid. Ogni sforzo, però, è stato ripagato dall’eccellente riuscita di un incontro che ha aperto al libero confronto e restituito alla discussione sul piano valoriale la giusta centralità e il dovuto spessore. Nell’occasione, Meritocrazia Italia ha ufficialmente assunto la propria posizione sull’ipotesi referendaria dei prossimi giorni, dicendo ‘no’ al taglio dei Parlamentari.
L’evento ha rappresentato tappa fondamentale di un percorso fatto di impegno e sacrificio quotidiano. Il favorevole riscontro dato dagli illustri ospiti alle relazioni svolte dai dirigenti nazionali e il larghissimo seguito sui social riportano soddisfazione al lavoro di un intero anno.
Il successo dell’iniziativa si deve all’umiltà di chi fatica tutti i giorni nel superamento dei propri limiti, nel desiderio di dare concretezza alle aspirazioni della squadra e in vista della realizzazione di quei principi fondamentali che devono essere riportati a effettività.
Il tramonto degli assolutismi sovrani e la codificazione dei diritti fondamentali hanno aperto a una nuova era, abbattuto la legittimità dei privilegi e concesso spazio a meriti e competenze. Su questa consapevolezza, Meritocrazia Italia ha il coraggio di rivendicare la centralità della persona, nella sua giusta vocazione alla realizzazione delle ambizioni, dialogando con cittadini, giornalisti e istituzioni e restituendo normalità e quotidianità al confronto.
Il Movimento ha mostrato di essere missione di serietà, progetto di inclusione, alla ricerca costante di persone in grado di dare un contributo di valore, e ascolto delle necessità.
Ma soprattutto ha mostrato di essere progettualità. Perché senza linee di programma, il fare costruttivo finisce per essere vinto dall’entropia portata dalla smania di affermazione e prevaricazione. Ma, per programmare, servono cultura e competenza. Lo dimostra la storia; da Machiavelli, a Kant, alla Rivoluzione francese, la realtà è costruita da chi sa cosa scegliere e da chi ha lungimiranza e capacità di previsione. Da questo dipende il futuro.
Meritocrazia è un contenitore di autonomia e libertà, un involucro costruito da mani accorte e laboriose. Quelle stesse mani alle quali è affidato ora il compito di custodire, conservare e migliorare l’opera.
Meritocrazia è aperta a tutti, ma si sente davvero a casa soltanto chi sa vivere l’umiltà del sacrificio e l’altruismo delle idee, chi sa fare gioco di squadra tendendo la mano al compagno in difficoltà, chi è consapevole della ricchezza data dalle diversità, e chi è tanto forte da resistere alle lusinghe dell’io. La formula è sempre prediligere la riflessione all’istinto, lo studio al pregiudizio e alla presunzione del sapere, e il confronto all’imposizione delle idee. E occorre coraggio per comprendere che il capolavoro dei pensieri non è mai monocromatico, ma sempre tinto di sensibilità differenti.
Il progetto di riconquista del Merito e dell’Equità sociale presuppone il sacrificio dei personalismi e delle egoità, per ridare attenzione alle sofferenze altrui. Presuppone la verità di chi cerca la soluzione e non strumentalizza il disagio in accattivanti proclami pubblicitari.
È la capacità di cooperare per il bene comune la carta vincente nella partita dell’esistenza libera e dignitosa.
Il successo è sempre nella partecipazione.