Abilitazioni e concorsi esteri: M.I. invita il Ministro Valditara a farsi parte attiva per una regolamentazione seria che valorizzi il merito

Abilitazioni e concorsi esteri: M.I. invita il Ministro Valditara a farsi parte attiva per una regolamentazione seria che valorizzi il merito

Equità e merito dovrebbero rappresentare i principi fondamentali del sistema lavorativo, specialmente nel settore dell’istruzione. Tuttavia, questi valori sembrano essere stati trascurati nell’ambito delle assunzioni scolastiche. I continui cambiamenti normativi, introdotti di anno in anno, influiscono negativamente sulle scelte professionali di coloro che aspirano all’insegnamento, ostacolando in modo evidente la stabilizzazione di un settore caratterizzato prevalentemente da precarietà lavorativa.
Nonostante l’evidente carenza di personale docente in Italia, la discrepanza tra i posti disponibili a tempo indeterminato e le effettive necessità del sistema educativo è evidente e preoccupante. Questa situazione comporta un elevato turnover di personale supplente, costretto a coprire temporaneamente i vuoti, senza alcuna garanzia di stabilità professionale e con l’impossibilità di pianificare la propria vita. Anche i concorsi pubblici, pur rappresentando un passo avanti, offrono un numero di posti ampiamente inferiore a quanto richiesto, creando un sistema in cui l’incertezza e la provvisorietà dominano.
L’accesso alla professione è ulteriormente complicato dalla disparità di trattamento tra titoli conseguiti in Italia e quelli ottenuti all’estero, che godono di pari punteggio nelle graduatorie, nonostante la mancanza di una regolamentazione uniforme e standard qualitativi omogenei a livello europeo. Meritocrazia Italia sostiene l’equiparazione dei titoli europei, come previsto dalle normative comunitarie, ma sottolinea la necessità di una regolamentazione rigorosa e standardizzata, soprattutto in settori delicati come l’istruzione e la formazione dei docenti per studenti con disabilità.
Le continue modifiche ai criteri di valutazione e l’introduzione di nuovi corsi e punteggi rappresentano un ulteriore onere per gli aspiranti insegnanti, che devono investire risorse economiche e personali nella speranza di ottenere una nomina. Un esempio emblematico è l’articolo 59 del Decreto-legge 25 maggio 2021, n.73, previsto anche per l’anno in corso, ma di fatto non operativo a causa dell’assenza di posti disponibili.
La gestione dei concorsi pubblici, inoltre, appare approssimativa: la differenza tra essere vincitori o no si riduce a decimali o titoli di preferenze, senza prevedere un adeguato meccanismo di scorrimento delle graduatorie, per i futuri concorsi, che permetta di non penalizzare chi, pur meritevole, non rientra nei pochi posti messi a concorso.
Meritocrazia Italia richiede l’adozione di regole chiare, basate sul merito, e la rimozione di normative che generano discriminazioni tra i lavoratori, garantendo pari opportunità per tutti. È evidente che, con il sistema attuale, non è il merito a essere premiato, ma la capacità economica degli individui.
Meritocrazia Italia ribadisce con forza che la precarietà non può e non deve essere istituzionalizzata, specialmente nel mondo del lavoro e ancor più nell’ambito scolastico, dove è essenziale garantire stabilità per docenti e studenti, al fine di assicurare percorsi formativi di qualità.
Stop WarMa tu



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