Accettarsi, per cambiare in meglio

Accettarsi, per cambiare in meglio

Dovremmo essere più attenti al corso della Storia, dare maggior rilievo ai sacrifici fatti da chi ha lasciato il segno e riflettere su quanto davvero diamo noi alla società.

I tempi cambiano, e cambiano le abitudini. Ma soprattutto cambia la propensione all’impegno.
Guardando all’oggi, si registrano nuove fragilità. Siamo assaliti dalle ansie e ci preoccupiamo più di tutto del nostro aspetto fisico, modificandolo in relazione ai canoni comuni di bellezza.
Chirurgia estetica. Foto ritoccate e filtri. Tutti sintomi di una incapacità di accettarsi per come si è, e a volte di ferite interiori e disagio.
Si registra una vera e propria fuga dalla realtà, alla ricerca di una vita diversa.
Questa voglia di trasformazione riflette inquietudini e ansie.

Non sempre avere ansia è un fatto negativo. In prossimità di un evento, porta a maggiore concentrazione e a lavorare su se stessi, per la migliore prestazione.
Quando, però, l’ansia diventa sproporzionata rispetto al valore delle cose e alle singole questioni, va superata. Imparare a gestirla fa parte del percorso di crescita di ciascuno. Serve trovare strade più sicure.
Ad esempio, interventi troppo invasivi sul proprio aspetto fisico potrebbero celare serie difficoltà nella relazione con gli altri e una incapacità di far venire fuori le personali abilità, di affascinare magari con il modo di fare e di parlare, più che con il corpo e l’estetica.

La bellezza esteriore, si sa, svanisce. Il fascino non si perde mai.
Allora perché non puntare proprio sul fascino, per il quale non servono filtri e stratagemmi?
Progetti come quello di Meritocrazia consentono di far venire fuori il bello che ognuno ha in sé, attraverso un impegno fatto di verità e di condivisione, sull’esempio di chi, nella storia, non ha avuto bisogno di artifici per farsi ricordare e ammirare.

Mi piace citare Abramo Lincoln, che non proveniva da una famiglia agiata. Il padre cercò di convincerlo a dedicarsi al lavoro agricolo, ma lui aveva un’ambizione diversa. Voleva anzitutto studiare. Nonostante il lobbismo imperante, grazie alle sue lotte civiche, riuscì a ottenere poi il consenso che lo portò alla presidenza. Non fu questione di pochi mesi, ma il risultato di anni di sacrificio. Fu il Presidente della guerra civile, della lotta alla schiavitù, della tutela degli indifesi, dell’indipendenza. Da giovane ragazzo di umili origini a punto di riferimento mondiale.

Dipingere capolavori di questo tipo è complicatissimo, ma a un tempo molto semplice se si è mossi dalla giusta ambizione. Si possono raggiungere traguardi insperati senza neppure rendersene conto.
Meritocrazia Italia coltiva un’ambizione altissima, che non è quella di diventare Istituzione o di occupare ruoli di potere. È invece quella di sensibilizzare quante più persone possibili, per far riconoscere il fascino della cultura e delle emozioni vere.
Accettandoci per come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, riusciamo anche a relazionarci con maggiore apertura con chi la pensa diversamente.
Purtroppo il verbo ‘accettare’ è vinto dal verbo ‘cambiare’. I più importanti filosofi riflettevano sull’accettazione, non sul cambiamento. Anzi, accettarsi è il primo passo per il cambiare positivamente, e dare maggior senso alla vita.
Se ne accorge chi partecipa ai nostri eventi. Perché ci presentiamo per quello che siamo, senza artifici. Forse con tante imperfezioni, ma sicuramente con tantissima voglia di costruire dando valore alle diversità. Offrendo il palco non a pochi e più importanti, ma a chiunque abbia voglia di dire e contribuire con le proprie idee. Offrendo un megafono all’intera cittadinanza.
Così sarà sempre.



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