ACQUA E CONSUMO FAMILIARE
Tra sprechi, costi e azioni
L‘acqua è bene primario, universale e di uso quotidiano. La scarsità, anche a causa dei cambiamenti climatici, di questa risorsa è realtà con la quale è e sarà necessario fare i conti. Diventa essenziale porsi il problema di come contribuire in pima persona a migliorare la situazione, evitando gli sprechi anche in ambito domestico.
La sensibilità rispetto a tematiche ambientaliste è cresciuta negli ultimi anni. Secondo i dati Istat, nel 2020 il 40,6% degli italiani si dichiara preoccupato per l‘inquinamento idrico, con nelle fasce più giovani. Eppure il consumo medio delle famiglie in Italia è tra i più alti d’Europa.
In media, nello specifico, si consumano ogni giorno circa 240 litri di acqua a persona, il 66% in più rispetto alla media mondiale. La rete idrica nazionale distribuisce oltre 8 miliardi di metri cubi ogni anno, di cui circa il 14% rappresenta il consumo domestico, giardini compresi. Per completezza di analisi, è da sottolineare che le perdite idriche, dovute ad infrastrutture inefficienti, rappresentano ben il 42% del totale, per cui già recuperando queste perdite si potrebbe garantire il fabbisogno di acqua a circa 44 milioni di persone in più in un anno, ossia ai due terzi degli italiani.
Nel rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva si legge, inoltre, che gli italiani non si fidano dell’acqua di rubinetto e ne sprecano troppa anche se oltre il 46% degli intervistati la consuma per bere, contro il 43,7% che preferisce l’acqua imbottigliata, dubitando della qualità prodotta dagli acquedotti o non gradendola.
Ogni famiglia spende per l’acquisto di acqua minerale in bottiglia in media € 12,5 al mese, due euro in meno rispetto ai costi sostenuti per la fornitura totale di acqua potabile, con un aumento del 22% negli ultimi 5 anni, contro il 9,2% dei prezzi dell‘acqua del rubinetto. Un costo importante che potrebbe essere limitato, derivante anche dalla cattiva immagine nella manutenzione e gestione degli acquedotti nazionali.
Le rilevazioni statistiche aiutano anche a comprendere come viene utilizzata l‘acqua in Italia. Trattandosi di uno dei Paesi europei a maggiore disponibilità, la riflessione si sposta spesso dal problema della quantità a quello della qualità e della capacità di gestione delle risorse.
Esistono «piani di sicurezza dell‘acqua», introdotti per la prima volta con il decreto del Ministero della salute del 14 giugno 2017 e istituiti proprio per garantire uno strumento di gestione del rischio utilizzato dai gestori e per assicurare che l‘acqua destinata al consumo umano sia caratterizzata da un buono stato chimico, fisico e biologico. Ma, dalla Relazione annuale ARERA (Autorità di Regolazione per Energia reti e Ambiente) si evince che essi sono stati adottati solo da 27 gestioni su 164 monitorate.
Si comprendono, dunque, le scelte delle famiglie dettate non solo da uno stato soggettivo e umorale, ma da carenza di trasparenza nella gestione dei protocolli attesi.
In questo scenario, aumenta ancora la spesa media per l’acqua delle famiglie italiane che nel 2020 è stata pari a € 448,00 annui contro i € 434,00 del 2019, facendo registrare un incremento in bolletta del 2,6% da un anno all’altro.
Ai problemi già evidenziati, si deve aggiungere l’insufficiente informazione, visto che una larga maggioranza di cittadini non conosce la tariffa applicata alla propria bolletta e non sa dell’esistenza del bonus sociale idrico, che consente di non pagare un quantitativo minimo di acqua a persona per anno.
Occorre maggiore attenzione per un uso consapevole e una gestione responsabile delle risorse idriche, iniziando dalle buone pratiche familiari, tanto diffuse e note ma poco rispettate.
Si ricorda che:
– chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti o ci si rade fa risparmiare 6 litri di acqua al minuto;
– diminuire il tempo della doccia consente di ridurre il consumo di acqua dai 6 ai 10 litri al minuto e preferirla al bagno comporta un 75% di risparmio;
– fare attenzione alle cassette del water, dato che le più moderne con doppio tasto rispetto alle tradizionali riducono il consumo di circa 26.000 litri di acqua all’anno;
– riparare i rubinetti che gocciolano può risolvere in poco tempo un problema che causa la perdita di 21.000 litri di acqua all’anno per ogni rubinetto;
– utilizzare l’acqua del deumificatore o del condizionatore per il ferro da stiro, oltre a far risparmiare sulla bolletta consente di allungare la vita dell’elettrodomestico essendo priva di calcare;
– sostituire i vecchi elettrodomestici con modelli energy star consente di risparmiare il 50% di acqua e di regolare la quantità erogata in base al carico cioè circa 8200 litri all’anno;
– scongelare gli alimenti all’aria o in una bacinella piuttosto che farlo sotto l’acqua corrente evita di sprecare 6 litri di acqua al minuto;
– installare una vasca per la fitodepurazione in giardino consente di avere un piccolo depuratore naturale che filtrerà le acque nere e grigie per restituire risorse idriche da usare per irrigare (una pianta adatta a questo tipo di depurazione è la cannuccia di palude, che cresce grazie alle sostanze che sottrae alle acque sporche);
– mettere una coperta galleggiante sulla piscina quando non si utilizza consente di rallentare l’evaporazione e risparmiare da 1000 a 4000 litri di acqua al mese, secondo la zona climatica e la grandezza della vasca.
Tante sono gli interventi che pure sarebbero utili all’obiettivo. Tra li altri:
– rendere obbligatoria l’installazione di un ossigenatore sotto ogni rubinetto (costo € 1,00);
– installare presso i condomini una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, per poterla poi utilizzare per irrigazione dei giardini condominiali o delle piante che ogni condomino ha nel suo appartamento, a fronte di una detassazione o un risparmio sul consumo in base al risparmio effettivo;
– prevedere, da parte dei gestori, un sistema premiale che tenga conto del consumo medio annuo pro capite, ovvero un rincaro della bolletta o un risparmio per gli utenti che si ritrovano ad avere consumi superiori o inferiori alla media stessa.