Al via il mercato dei vini dealcolati: MI chiede che non si penalizzi il valore dei prodotti tipici
Dopo oltre un decennio di attesa, nello scorso mese di dicembre l’Italia ha recepito il regolamento UE 1308/2013, aprendo ufficialmente al mercato dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati, stabilendo regole precise per la produzione e la commercializzazione.
Per preservare l’identità e l’eccellenza delle produzioni italiane, il provvedimento esclude dal processo di dealcolazione i vini a denominazione di origine (DOP, IGP, DOCG), garantendo così la tutela del patrimonio enologico nazionale. Si vieta l’aumento del tenore zuccherino nel mosto e l’aggiunta di acqua, assicurando che la qualità e l’autenticità dei prodotti non siano compromesse.
Il settore dei vini dealcolati rappresenta una nuova frontiera per il mercato enologico, con una platea di consumatori in crescita. Negli Stati Uniti, il mercato “No e Low Alcohol” vale già un miliardo di dollari, e le stime suggeriscono che in Italia potrebbe coinvolgere fino a 15 milioni di consumatori.
Tuttavia, la rimozione dell’etanolo comporta sfide significative: la perdita di struttura e corpo del vino potrebbe indurre l’uso di additivi per compensare il cambiamento delle percezioni sensoriali, con possibili implicazioni sulla salute dei consumatori; inoltre, la qualità del prodotto potrebbe risentirne, con alterazioni di profumi, colore e stabilità microbiologica, rendendo necessaria l’introduzione di una data di scadenza.
Dal punto di vista normativo, la gestione dell’etanolo sottratto solleva questioni fiscali e burocratiche, poiché le cantine non sono distillerie.
Infine, occorre evitare che la diffusione di vini dealcolati generi confusione nei consumatori e penalizzi la percezione del vino tradizionale, pilastro della cultura vitivinicola italiana.
Meritocrazia Italia ritiene necessario un approccio equilibrato che consenta di cogliere le opportunità offerte dall’innovazione senza compromettere l’autenticità del patrimonio enologico italiano. Per questo motivo, propone:
– un monitoraggio attento della qualità e della sicurezza alimentare dei vini dealcolatie parzialmente dealcolati, con regole stringenti sugli additivi ammessi e sulla trasparenza in etichetta, affinché i consumatori siano pienamente informati;
– un quadro fiscale chiaro per la gestione dell’etanolo estratto, evitando distorsioni di mercato e garantendo un trattamento equo per i produttori;
– una strategia di tutela e valorizzazione delle produzioni DOC e IGP, per evitare che il trend “no e low alcohol” metta in ombra la tradizione e il prestigio dei nostri vini di qualità, dei quali va evidenziata la qualità e i benefici di un consumo consapevole e responsabile;
– un piano di ricerca e innovazione sui processi di dealcolazione, incentivando studi per migliorare la conservazione degli aromi e la stabilità microbiologica dei vini senza alcol.
L’innovazione deve essere vista come una possibilità di diversificare l’offerta e attrarre nuovi consumatori senza penalizzare il valore e il pregio dei vini tipici che hanno reso l’Italia un Paese leader nel panorama vinicolo internazionale.
Stop war.