ALLA RISCOPERTA DEI BORGHI UMBRI: TRADIZIONE E INNOVAZIONE
L’Umbria conta 962 comuni, la maggior parte dei quali con meno di diecimila abitanti e dieci con meno di mille abitanti. Si tratta di borghi storici, ricchi di arte, cultura, leggende e tradizioni che oggi rischiano di scomparire, restando ‘paesi fantasma’.
Si tratta di posti incantevoli, a pochi chilometri dalle città principali, ma tutti con un importante limite: sono tutti ‘scoperti’, non adeguatamente serviti dalla banda larga ed ultra larga.
La recente pandemia ha dato prova della necessità di disporre di connessioni efficienti, stabili, capaci di garantire a tutti i componenti della famiglia di connettersi e usufruire di contenuti ormai essenziali (DAD, videoconferenze, lezioni in streaming, etc.).
Smartphone e pc, soprattutto nel corso del 2020 e del 2021, sono diventati strumenti indispensabili di cittadinanza, di inclusione e di identità digitale: è esclusivamente grazie alle applicazioni digitali che per il lungo periodo emergenziale è stato possibile accedere ai servizi della p.a., collegarsi al proprio fascicolo sanitario, gestire scadenze e pagamenti, mantenere contatti con amici e familiari, ma tutti questi mezzi hanno bisogno di ‘strade’ adeguate dove viaggiare altrimenti restano soltanto inutili orpelli.
Il rapporto Ocse 2019 vedeva l’Italia al terzultimo posto su 29 Stati europei ed extraeuropei rispetto alle competenze digitali dei cittadini e questo deficit è emerso in tutta la sua drammaticità durante l’emergenza Covid-19.
Il problema non riguarda solo i privati cittadini, ma anche scuole e comuni che spesso si trovano in difficoltà nell’erogare servizi a distanza proprio a causa di una connessione non adeguata.
In Umbria esiste un progetto che si propone di combattere il divario digitale: «Quando un’istituzione decide di digitalizzare i servizi si deve porre anche il problema di formare i cittadini, giovani, adulti e anziani. Al crescere dei servizi del digitale deve crescere anche la possibilità per tutti di avere gli stessi diritti di accesso», dice in un’intervista Anna Schippa, responsabile di #Gemma il progetto di inclusione digitale e di sviluppo della cittadinanza attiva finanziato dalla Regione Umbria con il Fondo Sociale Europeo [progettogemma.it].
Da #Gemma a #Emergemma: «Con la pandemia gli incontri in presenza si sono trasformati in eventi a distanza tramite piattaforma Zoom o live su Facebook e Youtube e il numero Whatsapp è sempre aperto. Così, siamo diventati #Emergemma, uno strumento sociale che aiuta a combattere il distanziamento, mettendo a disposizione degli anziani l’ABC digitale affinché non rimangano soli, almeno virtualmente», continua Anna Schippa [News48.iy].
Le attività di #Gemma hanno dimostrato la necessità di rivolgersi in modo particolare ai gruppi sociali più fragili che da soli non hanno la possibilità di accedere alla società digitale e si avviano verso l’emarginazione. Non si tratta solo di individui, ma di interi borghi, difficili da coinvolgere proprio a causa dell’assenza di connessioni adeguate.
Non può non auspicarsi che le Istituzioni si attivino per garantire una piena copertura del territorio umbro con connessioni in fibra, garantendo l’accesso alla rete internet e alla comunità digitale anche a quelle aree scarsamente popolate e urbanizzate in modo da facilitare non soltanto la fruizione dei contenuti digitali, ma anche l’offerta di beni e servizi online. Il tutto senza considerare la possibilità di collegarsi da remoto a videocamere di sorveglianza al fine di prevenire incendi, attività di bracconaggio, etc.
Non è infine possibile non richiamare qui le proposte avanzate da Meritocrazia Italia in tema di turismo sostenibile e cicloturismo: la connessione non riguarda soltanto attività ludiche (condivisione di foto o filmati delle vacanze, chat con gli amici), ma rappresenta un innegabile elemento di sicurezza per coloro che si avventurano lungo sentieri isolati, permettendo ai familiari di monitorare spostamenti ed attività in modo da attivare i soccorsi in caso di emergenza fornendo loro tutte le informazioni necessarie comprese le allergie a piante, pollini e punture d’insetto molto comuni nelle campagne umbre, da utilizzare in caso di emergenza, soprattutto per coloro che, fuori dai grandi circuiti, scelgono una vacanza in mezzo alla natura spesso a grande distanza dai presidi sanitari.
Proprio per tale ragione, si propongono interventi da svolgere nelle scuole di ogni ordine e grado per la promozione della cultura del territorio, attraverso la valorizzazione di tradizioni locali, di punti di interesse culturale e ambientale e una migliore conoscenza del proprio territorio di appartenenza che possa portare a una maggiore consapevolezza delle sue potenzialità, anche economiche, e, quindi, incentivare le attività locali e gli investimenti in questo fondamentale settore.
Il tutto senza voler immaginare quello che potrebbe significare un migliore impiego della tecnologia per agevolare la riscoperta dei borghi abbandonati o delle antiche rovine presenti nel nostro territorio: si immagini una ‘caccia al tesoro’ ambientata in tutto il territorio nazionale ed in cui si invitano i partecipanti a ‘catturare’, e condividere, fotografie e filmati di monumenti o edifici, risolvendo al tempo stesso piccoli enigmi legati alla loro storia. Questo sistema potrebbe rappresentare una carta vincente per avvicinare giovani, e meno giovani, alla storia dell’arte ed alla scoperta del territorio in cui vivono.
In questo modo, grazie all’implementazione di una buona tecnologia, si otterrebbe sia il superamento del digital divide sia un sostanzioso aumento della sicurezza fino ad azzerare il rischio di vedersi rovinare le vacanze da problemi di salute nuovi o pregressi e si incentiverebbe un turismo più curioso, capace di scoprire e valorizzare i meravigliosi tesori che l’Italia nasconde.