Allerta siccità in Calabria
Una crisi emergente
Negli ultimi mesi, la Calabria è stata colpita da una grave crisi idrica, con un’allerta siccità che sta mettendo a dura prova le risorse idriche della regione. Le scarse precipitazioni e le temperature estive eccezionalmente elevate hanno contribuito a ridurre drasticamente le riserve d’acqua, causando preoccupazioni sia tra i residenti che tra le autorità locali.
La Calabria, situata nella punta dello stivale italiano, è nota per il suo clima mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche e inverni miti. Tuttavia, negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno accentuato questi estremi.
Secondo i dati dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL), le precipitazioni sono diminuite di oltre il 30% rispetto alla media storica, mentre le temperature medie sono aumentate di circa 1,5°C. Inoltre, il rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) del 2023 ha evidenziato che i bacini idrici della Calabria hanno registrato un calo del 40% rispetto ai livelli medi degli ultimi dieci anni. Questo cambiamento climatico ha portato a una riduzione significativa dei livelli dei fiumi e dei laghi, essenziali per l’approvvigionamento idrico della regione. Inoltre, l’agricoltura intensiva e la gestione inefficace delle risorse idriche hanno aggravato ulteriormente la situazione. La siccità ha avuto un impatto devastante sulla popolazione calabrese, in particolare nelle aree rurali dove l’agricoltura è la principale fonte di sostentamento. Le colture di olivi, viti e agrumi, che costituiscono il cuore dell’economia agricola locale, sono state gravemente danneggiate.
Secondo Coldiretti, l’associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, il 60% delle colture calabresi ha subito danni significativi, con perdite economiche stimate in oltre 200 milioni di euro. Anche le risorse idriche per uso domestico sono state colpite. In molti comuni, l’acqua viene razionata, con interruzioni giornaliere che lasciano intere comunità senza accesso all’acqua potabile per diverse ore al giorno. Questo ha creato disagi enormi, costringendo le famiglie a fare affidamento su riserve d’acqua private o su forniture di emergenza da parte delle autorità locali.
Per fronteggiare la crisi, la giunta della Regione Calabria, su proposta del presidente Roberto Occhiuto, ha approvato una delibera per richiedere al governo il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale in relazione alla situazione di grave deficit idrico nel comparto idropotabile nei territori della città metropolitana di Reggio Calabria, della Provincia di Crotone e dei Comuni di Calopezzati, Caloveto, Cariati, Corigliano Rossano, Cropalati, Crosia, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, Scala Coeli, Acri, Bisignano, Luzzi, Rose, S. Cosmo Albanese, S. Demetrio Corone, S. Giorgio Albanese, Santa Sofia D’Epiro, Vaccarizzo Albanese in provincia di Cosenza. Con una delibera ad hoc che riguarda esplicitamente il comparto agricoltura, la giunta ha inoltre richiesto al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste il riconoscimento dello stato di calamità naturale in seguito all’eccezionale e prolungata siccità, in Calabria nel periodo luglio 2023-giugno 2024. Infine, il presidente della Regione Calabria, con un suo decreto, ha esteso lo stato di emergenza regionale di Protezione Civile in relazione alla situazione di grave deficit idrico nel territorio della città metropolitana di Reggio Calabria e della provincia di Crotone, ai territori dei Comuni serviti dagli schemi acquedottistici “Macrocioli” e “Trionto – Sila Greca” in provincia di Cosenza.
Le autorità regionali hanno avviato una serie di misure per affrontare la crisi.
Tra queste, la costruzione di nuovi bacini idrici, la riparazione delle reti idriche esistenti per ridurre le perdite e l’implementazione di sistemi di irrigazione più efficienti. Inoltre, sono stati avviati progetti di sensibilizzazione per educare la popolazione sull’uso responsabile dell’acqua.
Nonostante questi sforzi, la situazione rimane critica. Innovazioni tecnologiche stanno emergendo come possibili soluzioni alla crisi idrica in Calabria.
Una delle tecnologie più promettenti è quella dei sistemi di irrigazione a goccia, che permettono un uso più efficiente dell’acqua, riducendo gli sprechi e garantendo che ogni goccia raggiunga le radici delle piante. Questo sistema può ridurre il consumo di acqua fino al 50% rispetto ai metodi tradizionali. Inoltre, la desalinizzazione dell’acqua di mare, sebbene costosa, è vista come una soluzione a lungo termine.
Alcuni comuni costieri stanno esplorando la possibilità di costruire impianti di desalinizzazione per garantire un approvvigionamento idrico costante. Un’altra innovazione interessante è l’uso di tecnologie di monitoraggio avanzato per gestire meglio le risorse idriche esistenti. Sensori intelligenti e dati satellitari possono essere utilizzati per monitorare i livelli di umidità del suolo, prevedere le esigenze di irrigazione e rilevare perdite nelle infrastrutture idriche. Questi sistemi di monitoraggio permettono una gestione più precisa e tempestiva dell’acqua, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili.
Gli esperti avvertono che, senza un cambiamento significativo nelle abitudini di consumo e una gestione più sostenibile delle risorse idriche, la Calabria potrebbe affrontare crisi idriche ancora più gravi in futuro.
La siccità in Calabria rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio integrato e a lungo termine.
È necessario un impegno collettivo da parte delle autorità, degli agricoltori e della popolazione per affrontare efficacemente la crisi e garantire un futuro sostenibile per la regione. Solo attraverso una gestione oculata delle risorse idriche e l’adozione di pratiche più sostenibili sarà possibile mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici e preservare l’equilibrio ecologico della Calabria.