ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: UNO STRUMENTO INADEGUATO – COMUNICATO 10.02.22
I recenti tristissimi fatti di cronaca riportano l’attenzione sulle concrete utilità dell’alternanza Scuola-Lavoro, che da sempre desta perplessità soprattutto in ordine all’adeguatezza dei percorsi strutturati rispetto agli obiettivi formativi.
Una riflessione s’impone, a monte, sulla funzione stessa dei percorsi didattici.
I c.dd. PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), versione aggiornata dei vecchi progetti di alternanza Scuola-Lavoro, dovrebbero servire a collegare gli studenti in uscita dagli istituti superiori (specie professionali) con le imprese alla ricerca di giovani da formare in prospettiva di impiego.
L’orientamento in corso di studio avrebbe l’utilità sperata di sollecitare scelte consapevoli e favorire, fin da subito e per quanto possibile, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato di lavoro.
Il vero è che, almeno a quanto accaduto fino a oggi, molti progetti hanno finito per celare sfruttamento di manodopera gratuita. Gli studenti vengono spesso impiegati in attività che poco o nulla hanno a che vedere con il percorso di studi scelto. E questo distrae dai piani di una Scuola che non riesce più a stimolare la conoscenza e l’autonomia di pensiero.
I Giovani finiscono per abituarsi soltanto all’idea di un lavoro senza diritti, senza giusta retribuzione, senza valorizzazione dell’impegno, e, cosa ancor più grave, senza garanzie per la sicurezza personale.
Da sempre Meritocrazia Italia reputa essenziale costruire adeguate linee di comunicazione tra scuola e mondo del lavoro, anche in ambito d’orientamento in uscita, ma suggerendo, tra l’altro,
– che venga dedicato un monte ore allo studio del territorio e delle attività lavorative caratterizzanti, alla riscoperta delle antiche tradizioni;
– che imprese e altre realtà locali vengano direttamente nella progettazione e nell’erogazione della didattica;
– di puntare anche sull’organizzazione di laboratori creativi, d’espressione delle abilità e di valorizzazione del pensiero divergente;
– di potenziare i percorsi formativi professionalizzanti, anche alternativi ai corsi universitari, in linea con le richieste di competenze tecniche provenienti dai diversi settori produttivi, e un maggiore investimento nell’ambito ITS, per consentire la valorizzazione delle abilità e l’allargamento delle opportunità di impiego;
– di promuovere piani di sviluppo del sistema nazionale d’Istruzione Terziaria Professionalizzante, attraverso la formazione di nuove figure professionali dotate di soft skill e di spiccate competenze tecniche e digitali, in grado non solo di ‘pensare’ il lavoro ma anche di organizzarlo, gestendo tutti i processi in modo nuovo e più efficace.
È essenziale che la Scuola riscopra la propria fondamentale funzione di generatore di Cultura e supporto nella scoperta di attitudini e inclinazioni, nella migliore aderenza alle esigenze imposte dal rinnovato contesto sociale, culturale ed economico, ma soprattutto nella miglior salvaguardia dei Giovani.