AMBIENTE E SALUTE
Per una strategia globale
La maggior parte delle patologie umane è legata alla continua interazione fra l’assetto genetico dei singoli individui e le pressioni dell’ambiente in cui sono immersi.
Numerose fonti di inquinamento possono causare in maniera diretta e indiretta molte patologie, fra cui anche quelle a maggiore mortalità nella popolazione italiana (malattie cardiovascolari, neoplastiche e neurodegenerative). Cause fisiche, chimiche e biologiche derivanti da ambienti degradati vengono sempre più spesso individuate dalla ricerca in campo biomedico rivelando, con crescente chiarezza, anche i nessi causali ed i meccanismi patogenetici.
Oltre alle classiche matrici ambientali (acqua, aria e suolo), maggiore attenzione dovrebbe essere riservata a una corretta igiene edilizia e urbana. Infatti, la vita dell’uomo è ormai quasi esclusivamente trascorsa in ambienti confinati, per lo più artificiali.
La sfida di coniugare la sostenibilità ambientale a quella sociale ed economica si interseca e si acuisce proprio nel campo dell’interazione salute-ambiente, in cui la tutela della salute stessa non può essere considerata recessiva ma inderogabile.
Drammatici disastri ambientali-sanitari hanno costellato la storia recente italiana e globale, specie nei Paesi più poveri. In un’ottica di salute globale, ormai necessaria e indifferibile, gli interventi più efficaci devono essere progettati e realizzati su scala planetaria.
L’adeguamento del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) dovrà quindi seguire alcune precise linee concettuali e strategiche:
– l’adeguamento dei corsi di studio e dei percorsi formativi dei professionisti della sanità al fine di introdurre e potenziare corsi relativi all’interazione salute-ambiente e alle potenzialità della prevenzione in ambito ambientale;
– la rimodulazione della richiesta di personale sanitario con incremento del contingente da destinare ai dipartimenti di prevenzione delle ASL italiane, già allo stremo da anni, anche con l’introduzione\valorizzazione di figure più spiccatamente formate in ambito preventivo-ambientale;
– la ristrutturazione della rete dei dipartimenti di prevenzione delle ASL italiane facendole riacquisire un reale contatto con le realtà territoriali, in modo da poter leggere con anticipo le modificazioni del territorio e pianificarne le mutazioni, di concerto con gli enti locali;
– l’adeguamento delle normative ambientali, urbanistiche ed edilizie alle più recenti acquisizioni scientifiche in campo sanitario, anche in quadro di semplificazione normativa;
– cogliere l’occasione fornita dalle risorse straordinarie messe a disposizione dalle Istituzioni Europee, per provvedere con radicalità e rapidità alla bonifica dei tantissimi siti inquinati presenti sul territorio nazionale;
– dotare l’Italia di un centro nazionale di risposta rapida all’emergenze sanitarie, di natura ambientale, ma anche infettiva, in parallelo ad un programma di rifinanziamento e valorizzazione dell’Istituto Superiore di Sanità.
Occorre promuovere una strategia globale, anche attraverso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), di prevenzione ambientale che delinei le azioni da intraprendere con precisi protocolli operativi.