AMBIENTE, GIOVANI E FUTURO
Il cambiamento passa dalla responsabilità
I cambiamenti rappresentano una costante per il Pianeta.
Cambia la conformazione dei territori, cambia il clima, cambia la qualità della vita. Da sempre.
Gli attuali mutamenti, però, sono diversi da quelli del passato, per cause e fattori determinanti e per ritmi e portata.
La dipendenza delle economie dai combustibili fossili, le pratiche di uso del suolo e la deforestazione globale contribuiscono all’aumento della concentrazione di gas a effetto serra in atmosfera, con stravolgimento degli assetti climatici, in ogni angolo della Terra, senza eccezioni. Gli inquinanti prodotti dalle attività industriali si accumulano, riducendo la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi e fornire servizi vitali.
Il degrado ambientale non colpisce solo flora e fauna, ma, come ovvio, restano travolte anche le persone.
I sistemi di consumo e produzione in essere sono del tutto insostenibili.
Il modello economico lineare, trasformando le materie prime in prodotti che vengono utilizzati, consumati e poi eliminati, non solo determina un aumento di inquinamento e di produzione di rifiuti, ma anche una concorrenza globale per le risorse naturali. Le reti globali possono diffondersi più di materiali, prodotti e inquinanti: partendo dal settore finanziario in un determinato Paese, una crisi può estendersi in tutto il mondo, causando altresì stagnazioni e contrazioni economiche per anni.
Se l’approccio continuerà a essere questo, indipendentemente dal Paese di riferimento e dal livello di reddito, le generazioni future saranno chiamate a gestire una situazione caratterizzata da temperature ed eventi meteorologici estremi, riduzione bella biodiversità, irrisorietà di risorse e livelli di inquinamento mai raggiunti prima.
Comprensibile, per questo, il disagio avvertito dalle migliaia di giovani che mostrano le loro preoccupazioni manifestando per le strade, esortando le Istituzioni ad adottare provvedimenti di maggiore coraggio per rispondere adeguatamente all’emergenza.
Non si può dire che negli ultimi quarant’anni l’Europa sia rimasta a guardare. Tante le iniziative contro inquinamento atmosferico e idrico, talvolta con utili risultati. Ma ora le conoscenze e la capacità di comprensione dell’ambiente si sono ampliate, e si è presa coscienza che Uomo, ambiente ed economia sono tutti parte dello stesso sistema. Sin dalla sua istituzione, avvenuta venticinque anni fa, l’Agenzia Europea dell’Ambiente punta all’ulteriore ampliamento di questi ambiti di conoscenza, allo scopo di migliorare la nostra comprensione sistemica. E questo è essenziale.
Resta, però, che qualcosa deve cambiare, perché è ancora possibile costruire un futuro sostenibile.
Ciò implica, però, una drastica inversione di rotta rispetto alle pratiche attuali.
Occorrerebbero da subito incentivi alle imprese per la riconversione delle attività secondo pratiche eticamente responsabili, l’eliminazione graduale e il divieto di tecnologie inquinanti, favorendo allo stesso tempo alternative sostenibili. Un’economia circolare a zero emissioni di carbonio può ridurre l’impatto sul capitale naturale limitando anche l’aumento delle temperature globali.
Serve un cambiamento delle abitudini di vita quotidiana, dalle modalità di spostamento alle abitudini alimentari.
Il cambiamento richiede anzitutto una seria assunzione di responsabilità, da parte delle Istituzioni e da parte dei cittadini.