Anche in Francia restrizioni sull’uso dei social. MI insiste per l’approvazione di un T.U. su gestione e uso di piattaforme
La Francia promuove una stretta sull’uso di social network da parte di minori.
Dopo aver richiesto uno studio da parte di una Commissione di esperti per valutare l’iperconnessione nei minori, prevede il divieto di accesso assoluto agli schermi per i minori sotto i 3 anni, un utilizzo a scopo educativo degli stessi schermi per i minori tra i 3 e i 6 anni, l’accesso a uno smartphone senza internet dagli 11 anni e a uno smartphone con connessione a internet dai 13. Per quanto riguarda l’accesso ai social, si stabilisce come età minima i 15 anni.
Un’iniziativa in linea con lo spirito delle richieste di Meritocrazia Italia, che ha condiviso la propria proposta di Testo unico per la regolazione della gestione e dell’uso dei social. Un piccolo passo in avanti, che conferma che siamo nella giusta direzione.
Non si tratta comunque di un fatto isolato. Alcuni Stati americani, già dallo scorso anno, hanno dato il via a una serie di restrizioni chiedendo alle piattaforme di chiudere gli account a chiunque abbia meno di 17 anni e adottare un sistema ad hoc per individuare gli account sotto età.
Meritocrazia torna a chiedere un intervento di regolazione immediato, mirato a
– imporre alle piattaforme digitali di dotarsi delle misure tecniche idonee a filtrare contenuti illeciti e a raccogliere efficacemente e tempestivamente le relative segnalazioni;
– affidare agli operatori di settore migliori e più chiare linee di indirizzo sulla definizione dei contenuti illeciti;
– favorire la leale collaborazione tra gestori delle piattaforme e autorità giudiziarie e amministrative.
Nel frattempo, si valorizzi l’uso di uno strumento già presente su ogni dispositivo elettronico connesso, ovvero il Parental Control, che può fungere da vero e proprio filtro famiglia e permette ai genitori di monitorare e bloccare l’accesso a determinate attività da parte del minore, evitando l’esposizione ad esempio a contenuti pornografici e ad immagini violente. Questo presuppone, però, anche particolare sensibilità da parte delle famiglie rispetto ai pericoli della Rete.
Si propone, tra l’altro, non solo un innalzamento dell’età per esprimere il consenso al trattamento dei dati personali, dai 14 ai 15 anni, ma un controllo anagrafico degli account, come per il modello americano, e dure sanzioni per gli operatori delle piattaforme che trasgrediscano a tali direttive, come peraltro già da Regolamento europeo.
Seppure in Italia sia già prevista una limitazione per l’iscrizione ai social network da parte dei minori, che al di sotto dei 14 anni non possono essere in possesso di alcun account, tale regola pare priva di controllo da parte sia dei gestori delle piattaforme che delle famiglie.
Urge perciò maggiore collaborazione tra i gestori del settore e l’autorità giudiziaria, nonché l’introduzione di percorsi scolastici ed extrascolastici che puntino all’orientamento verso un utilizzo consapevole della Rete da parte dei giovani ma anche i genitori, mettendoli al corrente dei rischi e delle insidie che il mondo dell’Internet cela.
Stop war.