Ancora attuazione della riforma fiscale: le proposte di Meritocrazia Italia
Siamo all’approvazione del decimo decreto attuativo della riforma fiscale.
Dopo primo modulo Irpef, fiscalità internazionale, Statuto dei diritti del contribuente, semplificazione adempimenti, accertamento e concordato, adempimento collaborativo, revisione del contenzioso tributario, riordino giochi a distanza, sistema sanzionatorio tributario, è all’esame delle camere il riordino del sistema di riscossione.
I tempi sono stati rispettati, ma non tutti i propositi si possono dire realizzati.
Per certo da apprezzare è l’intento di racchiudere le attuali 3.000 disposizioni fiscali in 9 testi unici, rispettivamente su agevolazioni, imposte sui redditi, adempimento e accertamento, versamento e riscossione, Iva, Imposta di Registro ed altri tributi indiretti, Tributi erariali minori, Giustizia tributaria, e sanzioni tributarie amministrative e penali.
Uno dei concetti incompiuti, che invece veniva reiterato nella legge delega, attiene la semplificazione.
Alcuni approdi nel procedimento, per esempio, di accertamento e concordato, non sembrano aver intercettato appieno la logica della riduzione delle complicazioni procedurali. È meritorio aver irrobustito l’impianto dello statuto del contribuente con la figura del Garante del contribuente, figura alla quale si potrà rivolgere il cittadino che si sentirà vessato da atti o comportamenti di addetti od organi dell’Agenzia delle Entrate; se funzionerà, servirà a dare materialità ad un norma che si prefigge una statura costituzionale, che però nella pratica, talvolta, viene ignorata dai funzionari pubblici e dagli stessi politici, nella normazione in materia tributaria.
Il problema è che questa figura è scelta e nominata dal Ministro dell’economia e delle finanze.
Meritocrazia Italia si chiede, dunque, se riuscirà a essere davvero indipendente. Avrebbe potuto, forse, essere nominato dal Ministero di Grazia e Giustizia, di concerto con i rappresentanti degli ordini degli avvocati e dottori commercialisti.
Se la riduzione a solo tre aliquote IRPEF, con l’intento di abbassare la pressione fiscale sui redditi medio bassi è apprezzabile, la posizione sul concordato preventivo biennale, fulcro della novità introdotta nel modulo accertamento e concordato, non convince.
Si comprendono le motivazioni, ma, a conti fatti, risulta una vera e propria resa nella lotta all’evasione.
Nella storiografia tributaria, un ritorno ante riforma al sistema della legge Vanoni, rappresenterebbe un vantaggio per coloro i quali guadagnano più del reddito convenzionato; contrariamente, diverrebbe una gogna per coloro i quali non ci arrivano, soprattutto per il fatto che il reddito proposto ai contribuenti aderenti, da parte delle agenzie fiscali per il biennio, sarà incrementato fino a raggiungere un reddito annuale con il voto ISA 10.
La preoccupazione sta nel fatto che l’adesione potrebbe essere sottoscritta, appunto, solo dai primi, con proliferazione del contenzioso per i secondi.
Per quanto riguarda il reddito d’impresa, Meritocrazia pone l’attenzione sulla regolarizzazione del magazzino. Si tratta di una disposizione che potrebbe generare impatti significativi sul reddito aziendale.
La legge di bilancio 2024, prevede la regolarizzazione “a pagamento” delle rimanenze di magazzino, che consiste nell’adeguare le esistenze iniziali di beni, di cui all’art. 92 Tuir, è disposta dai commi 78-85 dell’art. 1 della l. n. 213 del 2023 e riservata agli esercenti attività di impresa, che non adottano i principi contabili internazionali per la redazione del bilancio d’esercizio. Tale facoltà riguarda l’adeguamento delle esistenze del solo periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023.
Per quanto concerne la regolarizzazione delle esistenze in diminuzione rispetto ai valori di bilancio, lo scopo è di eliminare le differenze tra esistenze contabili e quelle effettive, in molti casi annotate a valori più elevati per ridurre le perdite di esercizio, con conseguenze più sul piano civilistico che su quello fiscale.
Invece, con la regolarizzazione in aumento, vengono sanate le imposte direte evase nei precedenti esercizi, svalutate rispetto al valore effettivo.
Meritocrazia insiste per la definizione di poche regole, chiare, e di sanzioni altrettanto certe per gli evasori.
Stop war.