Ancora morti sul lavoro: servono nuove strategie
Nel 2023 le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto al 2022. Ma il numero di morti sul lavoro è di 1041 vittime annue. Quasi 90 decessi al mese.
Evidente è anche il sensibile aumento degli infortuni mortali tra i lavoratori più giovani: 196 sinistri con esito fatale tra i 25 e i 39 anni e 22 tra i minori di vent’anni.
Le morti bianche sono ancora troppe, alcune meno note, ma non per questo meno importanti, altre alla ribalta della cronaca, come quella avvenuta nell’agosto 2023 a Brandizzo (Torino), dove cinque addetti alla manutenzione dei binari della linea ferrovia Milano-Torino sono stati travolti da un treno in corsa. Dopo questo tragico evento il Senato ha approvato una mozione che impegna il Governo ad adottare dieci misure urgenti rivolte a ridurre drasticamente il numero delle morti sul lavoro.
Negli ultimi anni, sul piano normativo, sono stati fatti dei passi in avanti per ridurre l’esposizione dei lavoratori ai rischi connessi all’attività. Ma evidente non basta. Occorre intervenire con modelli ancora più selettivi ed efficaci.
È necessario un nuovo approccio meglio mirato alla prevenzione, che si traduca in azioni concrete sul piano normativo, formativo e organizzativo, e che si fondi sul principio della premialità aziendale, disciplinare, sanzionatorio e culturale, con valorizzazione della digitalizzazione e delle nuove tecnologie.
L’accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011, in via di aggiornamento, impone al datore di lavoro di effettuare un aggior-namento della formazione in materia di salute e sicurezza a tutti i lavoratori di almeno sei ore ogni cinque anni. Tale scadenza e la durata minima della formazione di aggiornamento sulla sicurezza è uguale per tutti i settori ATECO. È opportuno rivisitare tale modalità differenziando ogni azienda per settore industriale.
Meritocrazia Italia ritiene che:
– la formazione sia uno degli aspetti più importanti della sicurezza sul lavoro, per l’acquisizione di nozioni base per la preven-zione. Questa deve essere certificata da un ente terzo che garantisca la qualità dei docenti, con competenza specifica del settore, e della formazione attinente al tipo di mansione richiesta;
– vada realizzato un giusto equilibrio tra utilizzo di una piattaforma online idonea e interattiva con l’utente e la parte teorica/pratica svolta in presenza;
– il piano formativo non debba essere uguale per tutti, ma diversificato per tipologia di aziende;
– il piano formativo debba essere diversificato anche per lavoratori che all’interno dell’azienda occupano mansioni diverse;
– vada stabilito un criterio uguale per tutte le Regioni ove vi sia un Albo Nazionale dei formatori;
– servano procedure chiare approvate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in concerto con enti, aziende, associazioni, sindacati e professionisti di settore;
– debbano essere supportate le aziende che vogliano investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro adottando modelli organizzativi efficaci ed efficienti, attraverso sgravi fiscali e incentivi, secondo un principio di premialità aziendale che tenga conto degli investimenti in attrezzature, sistemi e macchinari volti a tutelare i lavoratori in maniera collettiva attraverso sistemi che intervengano direttamente sulla fonte del pericolo e limitino il rischio di esposizione di ciascun lavoratore;
– i bandi (come quello Isi dell’Inail) siano di supporto per le aziende che vogliano migliorare le condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti ma occorrono maggiori finanziamenti per le aziende;
– atteso che difficoltà delle aziende di piccole o medie dimensioni si riscontrano in particolar modo nella presentazione di progetti, in quanto tali realtà non dispongono sempre di professionisti interni atti nella formulazione di tali progetti migliorativi, si organizzino webinar dedicati e a un supporto ministeriale e/o regionale ove le aziende possano contare sulla presenza di tutor dedicati al tema dei progetti;
– quando l’azienda presenta il progetto di fattibilità agli enti preposti, questo venga validato prima dell’erogazione di incentivi a fondo perduto;
– si operi un monitoraggio puntuale per l’effettiva applicazione dei saldi ad avanzamento lavori (SAL);
– sia istituito un Albo Bianco di aziende che hanno investito nella sicurezza aziendale rispetto al fatturato stabilendo dei coefficienti per accedere a bandi pubblici o per avere dei punteggi più alti durante le gare pubbliche;
– si apra un credito bancario agevolato a tasso zero, garantito dello Stato, per le aziende che vogliano investire nella sicurezza, erogando una somma congrua su un fondo adibito a tali finalità. Certamente va stabilita una quota massima che non favorisca solo le grandi Aziende, ma che garantisca un’apertura al credito su tutte le realtà lavorative italiane.
Stop war.