ARTE E CULTURA. UNA RIPARTENZA IN CHIARO-SCURO
Arte e Cultura riaprono alla condivisione.
Purtroppo la ripartenza è ancora in chiaro-scuro.
Musei e siti archeologici riorganizzano la loro programmazione. Sui siti ufficiali si trovano già indicazioni precise su date, orari e modalità di visita: i biglietti di ingresso saranno acquistabili esclusivamente online, con scelta della fascia oraria di accesso; il percorso sarà tracciato con segnaletica dedicata e accessi differenziati per entrata ed uscita. Nelle giornate a maggior affluenza, l’orario sarà più flessibile, con aperture serali. Sanificazione degli edifici e uso di DPI durante la visita saranno ulteriori regole da rispettare.
Chi non si ritiene soddisfatto dal nuovo decreto è il settore dell’organizzazione delle grandi mostre, della gestione dei servizi dei musei e soprattutto dei grandi spettacoli dal vivo. Se il comparto è stato messo in ginocchio dai mancati guadagni del periodo di lockdown, nel periodo estivo difficilmente si potrà assistere a tour musicali e rassegne culturali ed enogastronomiche.
Per vero, precarietà e incertezza di regole caratterizzavano il settore fin da prima dell’emergenza, specie con riguardo ai rapporti di lavoro. Eppure attorno a quello che in maniera semplicistica si dice «evento dell’anno» ruota un giro d’affari del valore di diversi milioni di euro, con impiego di oltre 1500 addetti.
L’emergenza ha portato con sé l’azzeramento degli incassi, ma ha inferto duri colpi anche alla filiera di prodotti e servizi collegati.
È il momento per la costruzione di un piano d’azione strutturato per grandi priorità e organizzato secondo campi d’azione considerati cruciali per la salvezza dell’industria culturale e creativa del Paese. Utile sarebbe il coinvolgimento di personalità che rappresentano l’eccellenza italiana in diversi campi, dalle arti allo sport, dalla comunicazione alla moda e design, dall’enogastronomia alla ricerca, dal cinema al teatro, dall’editoria ai media. Essenziale la collaborazione di tutti i Ministeri potenzialmente coinvolti, per varare misure immediate che mettano in sicurezza e sostengano il settore nei prossimi mesi, limitando al minimo il fallimento degli operatori.
Servono provvedimenti di medio e lungo periodo, volti ad accelerare il potenziale di un comparto che può rappresentare il vantaggio competitivo dell’Italia nel Mondo.
Le soluzioni possibili sono tante.
Tra queste, la creazione di un Fondo d’investimento strategico per la cultura, con azioni di project-financing che interessino gli istituti di credito, i maggior fondi pubblici d’investimento, le fondazioni di origine bancaria, con capacità di attrarre capitali privati per garantire al settore le risorse e competenze finanziarie necessarie per crescere sui mercati globali. Una proposta potrebbe essere anche quella di estendere il Fondo del credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo a tutte le imprese culturali e creative italiane.
In ogni caso, è fondamentale una semplificazione normativa, che favorisca la creazione di distretti o poli culturali per integrare e coordinare su base territoriale l’offerta culturale e le strategie di promozione; sperimentare nuove modalità di partnership tra pubblico e privato, basate sul progetto e non sulla procedura.
Ulteriore passaggio dovrebbe essere una decisa politica di defiscalizzazione degli investimenti e incentivo delle grandi sponsorizzazioni al mecenatismo, all’acquisto di libri, di biglietti e di abbonamenti.
Anche il piano dell’occupazione dovrebbe subire interventi in riforma, con estensione a tutti i lavoratori del settore di maggiori tutele e garanzie reddituali in tempi rapidi.
Quel che è certo è che, da subito, si debba partire con la valorizzazione dei siti minori archeologici, artistici, museali, architettonici in tutta Italia e dei borghi. Unendo sinergicamente le campagne di marketing territoriale regionali in una strategia di posizionamento unica e coordinata si contribuirà, in maniera decisiva, al rilancio e riposizionamento del brand Italia, a livello internazionale. Agendo in questo modo si faranno lavorare davvero le piccole grandi realtà locali, associazioni, cooperative e imprese dei professionisti della cultura, dell’arte e del turismo favorendo anche una formazione continua a livello locale di specializzazione professionale.
C’è un’Italia meravigliosa da raccontare e vivere.