Attacco ospedale oncologico pediatrico a Kiev: nessuno si sottragga alla responsabilità
Dopo la Seconda guerra mondiale l’attenzione del diritto internazionale si è spostata dal comportamento dei combattenti ai diritti delle vittime di guerra. Si è così formata una nuova partizione del diritto internazionale: il diritto internazionale umanitario, per il quale hanno particolare rilevanza le convenzioni di Ginevra. Una forte enunciazione dei diritti di chi non è combattente: feriti, malati e naufraghi, prigionieri, popolazione civile.
Principio di umanità, principio di distinzione, principio di proporzionalità e necessità militare, principio di precauzione e il principio di Limitazione delle perdite inutili e delle sofferenze superflue si applicano a tutti, aggressori e aggrediti, uguali dinanzi alle leggi di guerra.
Si proibisce di aggredire le infrastrutture civili, privare le strutture sanitarie di elettricità e acqua e danneggiare il personale medico. Contravvenire al divieto significa violare le leggi di guerra stabilite dal diritto internazionale, in particolare dalla Convenzione di Ginevra del 1949 e dai Protocolli aggiuntivi del 1977. Ai sensi dell’art. 18 «gli ospedali civili che si prendono cura di feriti e malati, di infermi e casi di maternità non possono in alcun caso essere oggetti di attacco, ma devono in ogni circostanza essere rispettati e protetti dalle parti in conflitto».
Questa la teoria.
La verità è diversa.
Il 9 luglio 2024, a 34° all’ombra in un ozioso pomeriggio estivo, da una parte del modo c’è chi riempie il trolley per partire per le vacanze e dall’altra medici, infermieri e terzi compassionevoli che scavano tra le macerie del Okhmatdyt di Kiev, ospedale oncologico pediatrico tra i più importanti d’Europa.
Il 9 luglio 2024, tutti i giornali del mondo ritraggono un bimbo piccolo ucraino con il viso insanguinato e lo sguardo smarrito.
Il 9 luglio 2024 il mondo assiste all’ennesimo atto di barbarie, all’ennesima prova che si sta perdendo il resto del reale e che nulla ha più importanza oltre il cieco odio della guerra.
Il 9 luglio 2024 si assiste ancora una volta allo scempio del senso di umanità.
Meritocrazia Italia chiede con forza che il mondo non si volti dall’altra parte. Che guardi ai bambini ucraini, a quelli palestinesi e a tutti i civili che pagano il prezzo di conflitti armati che sottraggono ogni barlume di speranza e di futuro alla popolazione mondiale.
Non può essere un caso che azioni come quella di questi giorni, di matrice terroristica, siano portate avanti all’alba del vertice di Washington per l’adesione dell’Ucraina alla Nato, ormai unanimemente irreversibile.
È doveroso che dopo la legittima indignazione, si intraprendono azioni diplomatiche, politiche, istituzionali e internazionali serie per estirpare anche solo la possibilità che simili azioni possano essere concepite. L’ONU intervenga e non declini il dovere istituzionale, l’imperativo morale e il principio etico di salvaguardia del mondo, che assiste inerte al sacrificio del domani.
Stop war.