Blocco circolazione ‘Euro 5’: MI chiede “progettazione sostenibile territoriale” con visione a lungo temine

Blocco circolazione ‘Euro 5’: MI chiede “progettazione sostenibile territoriale” con visione a lungo temine

Tornando dalle vacanze i cittadini delle regioni del nord Italia hanno scoperto che anche agli “Euro 5” sarebbe stata bloccata la circolazione stradale nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 31 marzo di ciascun anno.
La decisione è stata sollecitata dalle decisioni della Corte di Giustizia del 10 novembre 2020 e del 12 maggio 2022, in ragione dell’alto tasso di inquinamento invernale delle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, per le quali risulta superato uno o più dei valori limite del materiale particolato PM10 o del biossido di azoto NO2.

A fronte del malcontento dei tantissimi cittadini, che, per necessità soprattutto lavorative, improvvisamente avrebbero dovuto affrontare una spesa imprevista per la sostituzione di un veicolo “Euro 5” di pochi anni di età, il governo ha provveduto all’emissione del decreto-legge recante “Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell’aria e limitazioni della circolazione stradale”, con il quale si rimanda tutto di un anno.

Ma il problema della qualità dell’aria e delle ricadute sulla salute dei cittadini rimane.
Il tempo preso serva a progettare e già attuare delle soluzioni di tipo organizzativo sul territorio e non lasciare la ricaduta del futuro blocco sulle spalle dei cittadini, ammortizzandolo solo con i soliti incentivi finanziari (che poi, in realtà, agevolano soprattutto il settore automobilistico).

Meritocrazia Italia chiede da anni una maggiore “progettazione sostenibile territoriale “, che valuti soluzioni a 360°, tenendo conto dei risvolti economici, ambientali e sociali.

Una proposta potrebbe essere la conversione delle città sul modello della “fifteen minutes city”. Un esempio divenuto molto popolare nel 2020 e poi attuato a Parigi dal 2014. Tale modello, ispirato dallo scienziato franco-colombiano Carlos Moreno, suggerisce e incentiva lo spostamento a piedi o in bicicletta in tutte le città nelle quali i servizi principali sono raggiungibili in 15 minuti e formate da una serie di quartieri di 5 minuti, noti anche come comunità complete
Oggi si considerano anche gli spostamenti con i mezzi pubblici, soprattutto nei progetti di riqualificazione urbana, ma sempre in 15 minuti. Questo è il tempo minimo percepito come vantaggioso, per non preferire la propria auto.

Meritocrazia torna a proporre una riorganizzazione dei servizi e dei trasporti nelle città con azioni concrete come:
– la revisione dei flussi veicolari, soprattutto nelle ore di punta, completata con i comuni limitrofi;
– la composizione di un piano integrato dei trasporti urbani e suburbano, con i “Piani di spostamento casa lavoro” delle aziende;
– la riformulazione delle linee dei trasporti pubblici in seguito ai nuovi sviluppi urbani;
– la revisione della distribuzione dei servizi tra quartiere e quartiere, colmando i gap tra centro e periferie;
– l’incentivazione dell’uso delle bici, elettriche o muscolare, creando parcheggi sicuri o sorvegliati;
– l’indentivazione del “pedibus” nelle scuole e la formazione sulla logistica sostenibile;
– il taglio della tassazione dei piccoli depositi cittadini, che obbliga alle consegne settimanali con notevole incremento di veicoli commerciali;
– la definizione di un orario limitato alla circolazione dei veicoli pesanti nei centri urbani;
– la promozione di una campagna formativa/informativa su cosa voglia dire vivere in una “città di 15 minuti”.

Molte di queste soluzioni sono a costo zero, ma potrebbero migliorare di molto la circolazione nei centri abitati, e dunque la qualità della vita.

Stop war.



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