Bonus mamme lavoratrici: c’è ancora tanto da fare per il vero welfare
Nel controverso disegno di legge di bilancio 2025 si torna a parlare di incentivi alla natalità e sostegno alla genitorialità, soprattutto ai fini del gender gap nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nonché del sostegno economico alle famiglie con figli.
Il bonus mamme lavoratrici è confermato anche per il 2025.
I requisiti di accesso sono essere madre di 2 o più figli, avere un rapporto di lavoro (dipendente, ma non domestico o autonomo, con percezione di reddito e in assenza di opzione per il regime forfettario) cui consegue il riconoscimento di una retribuzione o un reddito imponibile ai fini previdenziali non superiore all’importo di 40.000 euro annui, e avere il figlio minore che con età che rientra fino al mese di compimento del decimo anno di età.
Per l’anno 2027 invece, saranno ammesse le madri di 3 o più figli, con il minore di essi infradiciottenne.
Le misure spaziano dall’estensione del congedo parentale, a emolumenti in denaro per il nido o una tantum per i nuovi nati ai genitori con ISEE fino a 40 mila euro, nonché, per le mamme lavoratrici, l’abbattimento (parziale) dei contributi previdenziali.
La vera novità rispetto alla versione 2024 è l’estensione del bonus alle lavoratrici autonome con due o più figli, purché non abbiano aderito al regime forfetario.
È chiaro che, a dispetto dei sensazionalismi, una norma così concepita è destinata nella pratica a trovare un’applicazione ridotta rispetto a quello che si potrebbe immaginare: chi ha un reddito compatibile con il regime forfetario quasi certamente aderisce a tale regime fiscale per abbattere una pressione che, altrimenti, aggredirebbe di circa la metà il reddito con ciò determinando nei fatti una sostanziale residualità dell’agevolazione in commento.
Ciò che colpisce tuttavia è lo iato tra le finalità della misura e la sua reale efficacia rispetto agli obiettivi.
Qualunque forma di agevolazione fa comodo, ma è certo che si resta ancora molto lontani dal realizzare delle vere politiche di welfare.
Il meccanismo dei bonus è destinato a rivelare tutta la sua intrinseca fragilità se non accompagnato da robuste politiche sociali. In questo senso, Meritocrazia Italia auspica politiche sinergiche su più fronti, dal mercato del lavoro in termini di crescita occupazione e adeguamento salariale, alla gestione delle politiche immobiliari, alla lotta serrata all’evasione, affinché le famiglie italiane non siano più poste nella difficile scelta di dover rinunciare a se stesse in nome della loro sostenibilità economica.
Stop war.