CAMPANIA: DIGITAL DIVIDE, TRA CARENZE E OPPORTUNITA’
Il divario digitale è il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. I motivi di esclusione possono essere ricondotti a diverse cause: alcune, che determinano un digital divide culturale, sono riconducibili a condizioni economiche, livello di istruzione, età o sesso, etnia, provenienza geografica, altre invece alla qualità o assenza delle infrastrutture, per il c.d. digital divide infrastrutturale.
Secondo gli ultimi dati Istat, in Campania il 41% delle famiglie non ha un computer in casa e appena il 36% dei giovani fino a 17 anni è abituato a leggere. Il 30% della popolazione regionale, inoltre, non è raggiunta dalla connessione a 30 Mbps o non accede in rete in banda larga
Le famiglie, infatti, incontrano più ostacoli nell’accesso a internet a causa dei costi da sostenere per la connessione alla Rete o per l’acquisto di dotazioni strumentali, mentre la fascia più anziana della popolazione regionale manca delle competenze necessarie per fruire delle tecnologie informatiche.
Tali difficoltà sono emerse con forza dirompente proprio durante il periodo dell’emergenza sanitaria, quando è diventata più pressante la necessità di lavorare con lo smart working e studiare da casa con la didattica a distanza.
Soprattutto durante il primo lockdown, sono emersi con forza i limiti infrastrutturali con un digital divide che separa le grandi città dalle aree interne, periferiche e rurali della Regione. Con altrettanta evidenza sono emersi i limiti del digital divide culturale, tanto che si è assistito alla situazione di tanti genitori campani chiamati ad adoperarsi per imparare insieme ai propri figli l’utilizzo di applicazioni specifiche come Collabora, Classroom, Meet, o anche l’uso di sistemi di videocomunicazione come Zoom, Teams, Skype.
Se le famiglie si sono rese parte attiva e diligente nel processo di superamento del divide culturale rendendosi autodidatti nel processo di acquisizione delle competenze necessarie per rendere fruibile la dad ai propri figli, non sono nel contempo mancate iniziative e progetti attivati da associazioni e società per sanare il gap generato da limiti infrastrutturali e penuria delle dotazioni strumentali.
In tale prospettiva, degna di nota è sicuramente l’iniziativa avviata da Assoutenti Campania durante l’emergenza sanitaria per aiutare le famiglie in difficoltà con il progetto ‘Io resto a casa e collego il mio vicino’, che ha consentito a molti alunni di connettersi per le attività di didattica a distanza. L’adesione è avvenuta facendo pervenire tramite Facebook all’associazione la disponibilità a mettere a disposizione dei condomini la propria connessione e quella del condomino a fruire della connessione wireless altrui.
Più di recente, è stato avviato il programma ‘Agenda Digitale Alta Irpinia – Servizi Digitali avanzati nei Comuni dell’Alta Irpinia’, che vede il Comune di Torella dei Lombardi ente capofila dell’iniziativa finalizzata a realizzare nel comprensorio servizi in modalità elettronica: fatturazione, cloud e wi-fi pubblico tra gli obiettivi dei Comuni.
Sempre di recente ulteriori due iniziative sono state avviate per integrare e sviluppare i sistemi di connessione veloce. In merito alla prima, l’Università di Napoli Federico II ha pubblicato il bando per la realizzazione dell’Infrastruttura di backbone della Rete di Interconnessione Multiservizio Interuniversitaria Campana (RIMIC). Questa iniziativa, realizzata con docenti della Federico II, si propone di favorire lo sviluppo e l’integrazione con la rete nazionale GARR-X che connette università, centri di ricerca, biblioteche, musei, scuole e altri luoghi in cui si fa istruzione, scienza, cultura e innovazione su tutto il territorio nazionale.
Piccoli grandi passi avanti, dunque, a livello infrastrutturale sono stati fatti, ma il divario resta e le barriere da superare sono molteplici, con zone Asi scarsamente servite da rete ultraveloce, intere fasce territoriali mal servite dal segnale ed insufficienza di fondi pubblici investiti nei processi di formazione digitale.
Il digitale, per essere sfruttato appieno in ogni ambito, deve divenire cultura. Ben lontano è il raggiungimento di tale obiettivo, principalmente in termini di formazione e competenze.
Si attendono maggiori investimenti per colmare le lacune, specie com riguardo al Pnrr regionale, dato che la diffusione della digitalizzazione è uno degli obiettivi posti come mission dalla UE. Un efficientamento del sistema potrà produrre effetti positivi sia in termini di qualità della vita sia in termini di equa distribuzione della popolazione sull’intero territorio regionale, accelerando un processo di crescita auspicabile e realmente sostenibile.