Carenza personale medico: MI chiede al Governo uno sforzo in più e avanza alcune proposte

Carenza personale medico: MI chiede al Governo uno sforzo in più e avanza alcune proposte

La problematica dell’insufficienza di personale medico nel reparto di oncologia dell’ospedale San Martino di Oristano, recentemente evidenziata dai media locali (520 pazienti oncologici in carico a 2 dottoresse e il conseguente blocco di nuovi accessi), rappresenta l’esempio emblematico di una crisi che non riguarda soltanto il contesto locale. Questo fenomeno, sempre più frequente nelle aree geograficamente svantaggiate del Paese, è un problema di portata nazionale, sintomatico delle criticità strutturali del sistema sanitario italiano.

Le cause della crisi risiedono nella carente pianificazione a lungo termine della formazione del personale sanitario, del decennale blocco delle assunzioni e dell’esiguo numero di borse di specializzazione che per anni ha contingentato il numero di medici ammessi alle specializzazioni ed al corso di formazione in medicina generale. Crisi aggravata dalla crescente burocratizzazione che rallenta i processi decisionali e operativi.
A ciò si aggiungono la progressiva ultraspecializzazione delle discipline mediche, che porta alla creazione di poli di eccellenza spesso a scapito del mantenimento di servizi capillari sul territorio ed una gestione e una programmazione inadeguate delle risorse territoriali, che rischia di peggiorare con l’introduzione dalle “Case della salute” qualora queste accentrassero la medicina territoriale e drenassero ulteriormente personale oggi destinato a garantire la capillarità dell’assistenza.

Meritocrazia Italia auspica l’adozione di misure strutturali di ampio respiro, tra cui una programmazione più accurata e il tempestivo potenziamento delle risorse territoriali.
Per colmare le carenze di organico, propone di:
– indire concorsi straordinari con procedure semplificate, riducendo i tempi tra la pubblicazione dei bandi e le assunzioni effettive;
– introdurre incentivi economici e di carriera per il personale sanitario disposto a operare in zone svantaggiate, disagiate o carenti di servizi, con particolare attenzione alle discipline mediche essenziali;
– aumentare la dotazione di personale amministrativo al servizio di quello medico ed infermieristico, in modo da ridurre il carico burocratico dei professionisti sanitari ed ottimizzare le ridotte risorse umane oggi presenti;
– aggiornare i criteri di ripartizione dei fondi destinati alla sanità sulla base di parametri che includano non solo la densità demografica, ma anche la distanza dai grandi centri, la fragilità socio-economica e la presenza di popolazioni vulnerabili;
– investire nell’ammodernamento delle infrastrutture ospedaliere in aree strategiche;
– investire nella rete di trasporto dei malati in modo da ottimizzare l’assistenza su tutto il territorio nazionale ma riducendo il numero di strutture periferiche spesso prive di servizi e strumentazioni fondamentali, pericolose e fonte di enormi sprechi economici;
– implementare gli strumenti di telemedicina che consentano di gestire a distanza i pazienti cronici o oncologici, riducendo la necessità di spostamenti per la popolazione e migliorando la qualità dell’assistenza domiciliare;
– creare e/o potenziare le piattaforme integrate di dati sanitari accessibili agli operatori sanitari e condivisibili tra le diverse regioni, soprattutto attraverso il fascicolo sanitario elettronico FSE, consentendo così il monitoraggio continuo e la personalizzazione più efficace dei trattamenti.

Meritocrazia è consapevole che tale approccio richieda maggiori investimenti in infrastrutture tecnologiche e un’adeguata e specifica formazione del personale sanitario. Per questo chiede al Governo uno sforzo ulteriore in tema di salute, con la consapevolezza che, oggi, una intollerabile inerzia comprometterebbe ulteriormente e drammaticamente il diritto costituzionale alla salute dei cittadini. Questo rende urgente un intervento coordinato a livello statale e regionale per ripristinare standard adeguati di assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale.

Stop war.



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