Chiusura Olimpiadi 2024: siamo tutti tedofori anonimi di un mondo alla ricerca di pace ed equità

Chiusura Olimpiadi 2024: siamo tutti tedofori anonimi di un mondo alla ricerca di pace ed equità

Con la cerimonia di chiusura cala il sipario su Parigi 2024.

Tantissime le soddisfazioni per l’Italia che con ben 40 medaglie olimpiche ottiene il miglior risultato di sempre.

Meritocrazia Italia stringe in un abbraccio gli atleti tutti della nostra nazionale: chi ha vinto, chi ha partecipato, chi ha onorato lo sport ed incarnato lo spirito sportivo.
Fieri di voi! Sacrificio, costanza, merito, passione ed umiltà sono valori importanti che, se tradotti nel vivere quotidiano di ognuno, sarebbero in grado di donare nuovo slancio al nostro essere comunità.

Il desiderio, dunque, è quello di portare al centro le gesta sportive e quel mondo reale fatto di allenamenti, preparazione, stile di vita, routine ed impegno. In un’epoca segnata dal dilagare digitale, tutto questo diventa un esempio analogico ma attualissimo che sottolinea, ancora una volta, la necessità di mantenere equilibri tra vita reale e virtuale.

La cerimonia di chiusura è stata anche l’occasione per ribadire quanto sia importante lo stare insieme, proponendo nelle diversità la ricerca di fonti di arricchimento culturale e sociale.

A noi, vedendo sventolare la bandiera greca, resta il solo rammarico che non si sia ripetuta quella consuetudine che portava allo stop di ogni guerra durante i giochi olimpici: sarebbe stato un sogno, ulteriormente inclusivo, sospendere ogni conflitto, lasciando che popoli su posizioni politiche diverse potessero abbracciarsi e stringersi la mano al termine di ogni competizione.
Speriamo, infatti, che questi giochi possano essere davvero un momento di superamento delle barriere sociali, che possano ispirare realmente politiche di visione in cui la pace e le collaborazioni tra popoli riescano a creare nuovi e più stabili equilibri.
Abbiamo assistito a scene bellissime sui campi di gara, dove chi afflitto da dolori renali andava a consolare chi era afflitto da crampi, dove a termine di ogni gara ci si abbracciava e, nonostante qualche torto, si accettava il risultato del campo.

La fiamma ora passa Los Angeles 2028, senza dimenticare Cortina 2026, nel mentre noi di Meritocrazia Italia chiediamo che quella fiamma, simbolo di unità, non sia mai spenta e che si lavori affinché il mondo intero possa, nuovamente, riunirsi sotto di essa e sotto i valori che esprime.
La dea Nike, dunque, vista come Dea della vittoria si ma della vittoria dell’umanità intera, realizzando quello che sembra ad oggi una “missione impossibile”: siamo tutti tedofori anonimi in un mondo che desidera pace ed equità.

Stop War



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