COMUNITA’ STRANIERE STABILMENTE INTEGRATE – RAPPORTO

COMUNITA’ STRANIERE STABILMENTE INTEGRATE – RAPPORTO

All’inizio del 2019 gli stranieri residenti in Piemonte sono circa 428.000 (di cui 224.020 femmine e 203.891 maschi), il 9,8% della popolazione residente. Di questi i soggiornanti non comunitari sono circa il 60% del totale.

La comunità straniera più numerosa è composta da cittadini rumeni, mentre le nazionalità non UE più rappresentate sono quella marocchina e albanese, anche se negli ultimi anni si è verificata una lieve riduzione della comunità marocchina ed un aumento di nigeriani, senegalesi, egiziani e cinesi.

Gli stranieri regolari sono 233.614, di cui il 54,1% ha un permesso di soggiorno di lunga durata.

Rispetto all’anno precedente questa percentuale è diminuita di quasi 8 punti, probabilmente a causa di acquisizione di cittadinanza italiana.

I principali permessi a termine sono per motivi di famiglia (49,2%) lavoro (26,3%) e asilo/umanitari (16,8%).

Con riguardo all’occupazione si nota che il tasso di attività degli stranieri è superiore a quello degli italiani, come quello di disoccupazione. Ciò, probabilmente, per la maggior partecipazione al mercato del lavoro.

Tale dato è in leggera contraddizione con il fenomeno dell’aumento dei permessi di soggiorno per asilo o richiesta di asilo e della diminuzione di quelli per motivi di lavoro.

Le principali cause potrebbero ravvisarsi:
– nella chiusura dei flussi in ingresso per motivi di lavoro, a causa della crisi economica;
– nell’aumento dei flussi in ingresso dal Mediterraneo, dovuta al persistere delle situazioni di instabilità del Nord Africa;
– nella chiusura dei flussi in uscita verso i paesi del Nord Europa, a seguito dei vincoli e delle pressioni politiche europee per una rigorosa applicazione del sistema Dublino.

La Regione Piemonte mira a garantire la più ampia integrazione degli stranieri presenti sul suo territorio, tant’è che insieme alla Città Metropolitana di Torino ed a numerose province, nonché con la collaborazione dell’UNAR e degli Organi regionali di garanzia e parità, sta costruendo una Rete regionale contro le discriminazioni, ritenute uno dei principali ostacoli all’integrazione. In tal modo stimolando l’emersione dei fenomeni discriminatori e permettendo di affrontarli e di monitorarli.

All’uopo è stato anche istituito un Osservatorio regionale sull’immigrazione e sul diritto d’asilo, che si propone di:
• elaborare politiche pubbliche e progetti innovativi per affrontare al meglio il fenomeno migratorio;
• analizzare e documentare le migrazioni internazionali sul territorio;
• valutare l’impatto delle politiche volte a favorire l’inclusione sociale e la non discriminazione delle cittadine e dei cittadini di origine straniera;
• attuare un costante e sistematico monitoraggio dei movimenti migratori e del loro impatto sociale, nonché delle politiche e delle iniziative locali rivolte a stranieri sul territorio regionale.

La Regione Piemonte, inoltre, è virtuosa nell’utilizzare i fondi europei del FAMI per garantire una tutela immediata ed adeguata, soprattutto alle donne straniere potenziali vittime di tratta, al fine di:
• ridurre i tempi di identificazione delle vittime;
• potenziare il raccordo tra le istituzioni coinvolte;
• studiare la relazione tra traffico di essere umani, immigrazione clandestina, modalità di sfruttamento e le loro conseguenze.

I fondi europei del FAMI sono a disposizione di tutti gli Stati Membri affinché perseguano l’obiettivo di:
• rafforzare e sviluppare il sistema europeo comune di asilo;
• sostenere la migrazione legale verso gli Stati Membri e promuovere l’effettiva integrazione;
• promuovere strategie di rimpatrio eque ed efficaci negli Stati Membri.

E’ auspicabile che gli Stati Membri lavorino anche per migliorare la solidarietà e la ripartizione delle responsabilità, in favore di quelli più esposti ai flussi migratori ed ai richiedenti asilo, anche attraverso una pratica cooperazione.



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