CON LA FINE DEL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI, SERVONO MISURE PIÙ DECISE PER LA STABILITÀ – COMUNICATO 19.02.21
Imminente è la fine del blocco dei licenziamenti e crescono le preoccupazioni dei lavoratori e del mondo del lavoro più in generale.
Mai come ora avanza inesorabile lo spettro del reale rischio di un’emorragia di perdita di posti di lavoro ed, inevitabilmente, sale anche la tensione, politica e sociale, in merito alla misure concrete da adottare.
Dal 23 febbraio dello scorso anno l’opzione del blocco dei licenziamenti accompagnata dall’estensione del ricorso alla possibilità di beneficiare della Cassa Integrazione anche in deroga ed a varie tipologie di ristori ed indennità, ha consentito di preservare la tenuta occupazionale e garantire livelli adeguati di reddito a beneficio di lavoratori e famiglie.
Ora, tuttavia, a quasi un anno dall’inizio della pandemia, si impone una nuova scelta.
Serve una nuova decisione di coraggio e determinazione per assicurare il recupero degli equilibri tra le esigenze del mondo dell’imprenditoria e la tutela dei diritti dei lavoratori. La questione non è più rinviabile e va risolta immediatamente.
La soluzione finora attuata ha tamponato le difficoltà della contingenza, ma, in concreto, è servita soltanto a differire il problema nel tempo e non ha costituito, per le aziende, un’opportunità di riorganizzazone ed evoluzione in relazione alle rinnovate esigenze di mercato.
È altrettanto certo che la politica di incentivi e di aiuti a pioggia non sia la soluzione. La prospettiva va spostata dalla logica dei sussidi verso interventi volti allo stabile rilancio dell’economia ed alla creazione di nuove opportunità di lavoro.
L’obiettivo deve essere quello di combinare competitività e adeguata protezione sociale, mediante l’utilizzo congiunto di misure di intervento ad effetto immediato e misure prospettiche di riforma strutturale e sistemica.
In tale contesto, Meritocrazia Italia propone, dunque, l’attuazione dei seguenti interventi a corta e lunga gittata:
– una mini proroga del blocco dei licenziamenti opportunamente accompagnata dalla speculare estensione della ribattezzata “Cassa Integrazione Covid”, almeno sino alla fine del mese di aprile, per dare tempo al nuovo esecutivo di intervenire efficacemente sulla questione, anche in aderenza alle successive evidenze qui espresse, evitando al contempo l’immediata perdita di posti di lavoro e la conseguente tenuta sociale del Paese;
– una seria riforma degli ammortizzatori sociali, da rendere più ampi e più corposi, su cui innestare, parallelamente, politiche attive in grado di ricollocare chi è senza lavoro, agevolando realmente l’incontro tra domanda e offerta attraverso strumenti di indirizzo ed una costante attività di formazione lavorativa del personale da attuare sul campo e non attraverso mere certificazioni di corsi generici e poco performanti;
– la previsione di un sistema di ristori che sia calibrato sulle reali ed effettive esigenze delle imprese in difficoltà e non sul mero dato del calo di fatturato comparativo rispetto alle precedenti annualità, da attuare anche attraverso una necessaria diversificazione per settori e comparti produttivi;
– il rilancio dell’occupazione mediante il perseguimento di una politica fiscale che consenta l’abbassamento del costo del lavoro, la detassazione degli aumenti contrattuali, la previsione di incentivi fiscali all’assunzione ed alla stabilizzazione dei posti di lavoro, la decontribuzione del welfare aziendale e gli incentivi all’assunzione di giovani, donne, over 50 e disoccupati di lungo periodo;
– la riforma integrale del reddito di cittadinanza che, in una ottica di manovra atta al recupero di produttività, si dovrebbe trasformare in strumento di inclusione, finalizzato ad una reale richiesta di formazione professionale e di concreta politica ed attività di avviamento al lavoro, anche di pubblica utilità, con fissazione di un termine massimo di copertura e con previsione di step intermedi di controllo ed intervento correttivo;
– introdurre sgravi fiscali a favore di settori strategici e innovativi e procedere ad una ‘pacificazione fiscale’, a saldo e stralcio, nella misura del 30% della sofferenza verso l’erario con clausola di conservazione per anni 2 dello stesso livello occupazionale pre Covid;
– prevedere la possibilità di una ristrutturazione dei debiti verso le banche e gli istituti di credito, con piani di rientro pluriennali a tassi calmierati e congelamento delle segnalazioni Crif, per le imprese in difficoltà che diano prova di voler attuare un serio piano di investimento e rilancio occupazionale e produttivo a breve e lungo termine
Sono solo alcune delle proposte già avanzate da Meritocrazia con il “Progetto Italia” e con il “Piano di Ripresa e Resilienza” elaborato dall’associazione, per contribuire all’adozione di interventi di riforma, calibrati su obiettivi di riequilibrio e di tenuta complessiva del sistema.