Con la legge IA, si dettino i tempi dell’evoluzione tecnologica
Dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, è ora al vaglio del Parlamento il disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale (c.d. legge IA).
Un provvedimento da tempo invocato che dovrebbe puntare al miglior bilanciamento tra le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e i rischi connessi a un uso distorto delle stesse. Si punta su strategia nazionale, definizione dei poteri delle autorità nazionali, azioni di promozione, tutela del diritto di autore e sanzioni penali.
Il tema è delicatissimo e Meritocrazia Italia da sempre riporta l’attenzione sulla necessità di stabilire un adeguato rapporto tra IA e p.a. (v. comunicato marzo 2024), nonché sull’opportunità di dar valore alle utilità ricavabili da un uso responsabile e ragionevole della stessa in materiale di semplificazione normativa e non solo (v. precedenti comunicati).
Con la proposta di un testo unico per la regolazione delle attività di gestione delle piattaforme social, poi, ha voluto dare avvio ad un percorso di reale presa di coscienza dei rischi connessi a un accesso smodato alla tecnologia, dosando limiti e responsabilità degli utenti e dei gestori.
La tecnologia consente di accedere ai vantaggi che realmente possono portare il progresso in tantissimi ambiti. Gestione più agile di una mole altrimenti ingestibile di dati, nuovi percorsi e modelli lavorativi, nuovi approdi in ambito sanitario, migliore soluzione di sfida ambientali.
Tutto questo, però, è possibile soltanto se gli utilizzi siano ispirati a responsabilità e tenuti sotto controllo. Diversamente il rischio è che il mezzo prenda il sopravvento e diventi fine esso stesso. Così l’intelligenza artificiale, invece di favorire l’inclusione occupazionale e fungere da stimolo per l’innovazione, finirebbe per sostituire del tutto l’impegno umano e per disumanizzare i processi in ogni ambito. Finirebbe, cioè, per realizzare obiettivi opposti rispetto a quelli per i quali è nata.
Il punto è essere disposti a non delegare mai le decisioni alla macchina e regolare il flusso evolutivo della rivoluzione tecnologica, per evitare che si faccia piuttosto involuzione.
Sia la politica, prima fra tutti, a dettare i tempi del progresso tecnologico.
Meritocrazia Italia chiede che, con il nuovo disegno di legge, non si perda l’occasione di ristabilire il controllo sull’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale in ogni ambito, con particolare attenzione per la tutela dell’occupazione, stabilendo, ad esempio, percentuali di partecipazione umana sempre garantite e definendo nuovi modelli di investimento nella formazione, per la distribuzione di nuove competenze.
Stop war.