Con mente lucida, e vincente
Nei percorsi condivisi, in ogni progetto comune, ci sono momenti di soddisfazione e momenti di maggiore affaticamento. Non mancano gli antagonismi, spesso alimentati da fattori esterni, che spesso condizionano l’apporto che il singolo può dare al raggiungimento degli obiettivi.
I problemi maggiori non sono quelli organizzativi, ma riguardano l’emotività dei singoli, le incertezze, le paure, le attese insoddisfatte.
Allora che cos’è che rende la mentalità vincente e che cosa può aiutare a conservare lucidità?
Essere vincenti vuol dire anche riuscire a capire che i bassi sono inevitabili, ma che poi possono seguire gli alti. Si può raggiungere questa consapevolezza facendo leva sullo spirito di squadra e forzandosi a rivestire ruoli diversi da quelli che appartengono alla routine. Quello che crea maggiore disagio è la ciclicità dell’azione e delle decisioni. La monotonia di vita. Quando, invece, si riesce a intercettare la novità, si trovano anche gli stimoli mancanti. E i principali stimoli si trovano soprattutto nel confronto con l’altro.
L’isolamento porta soltanto sterile autocelebrazione. La vicinanza agli altri consente di migliorarsi. In un circolo virtuoso, la socialità porta utilità a se stessi e maggiore capacità di relazione, in ogni ambito.
Vincent van Gogh raccontava di paesaggi reali mediante l’astrattismo. Schivo, riservato e a suo modo irriverente, si chiudeva in se stesso e non riusciva a ottenere un buon profitto negli studi, tanto da essere costretto al lavoro dalla famiglia. Coniugò questa condizione con il suo genio artistico. E lì, invece, riuscì a rendere nel modo che sappiamo. Da una situazione molto negativa, di isolamento ed emarginazione, riuscì a tirare fuori la forza per emergere. Iniziò a dipingere a sette anni e i più grandi capolavori sono quelli della fase finale della sua vita. Una crescita dovuta alla sperimentazione dell’astrattismo, dell’arte orientale, dell’autoritratto, che ne ha fatto l’ispirazione per tantissimi artisti successivi.
Il suo successo, insomma, fu il portato di una mentalità vincente, essendo stato in grado di mantenere inalterata la propria visione e perseguire la propria strada, con fiducia e determinazione.
Questa stessa ostinazione dobbiamo coltivare noi, senza lasciarci distrarre da fatti non rilevanti e cedere all’emotività, vanificando ogni sforzo, rinunciando a ogni traguardo. Ogni volta che ci assalgono sentimenti negativi, di scoramento o nervosismo, dobbiamo fermarci a riflettere, per capirne la vera ragione, non dimenticare la bellezza del percorso e non perdere la rotta.
Meritocrazia passa da una dimensione soltanto associativa a una istituzionale. E, in questa fase, le belle parole non bastano. Servono le azioni. Serve saper dare il giusto esempio giorno per giorno, per dimostrare che essere diversi è possibile.
Sull’esempio di van Gogh, dobbiamo perseverare nel desiderio di studio e di approfondimento e non cedere alla desolazione del contesto. Verso la meta a testa bassa.
Servono costanza, dedizione. Bisogna saper guardare al domani.
Quello che ha fatto grande van Gogh, come pure Michelangelo, Dante Alighieri e tantissime altre personalità del passato, è la scelta di una scelta di vita che hanno condotto senza indugio.
Meritocrazia si propone una missione affascinante.
Anche noi facciamo arte, al nostro modo. Coltiviamo l’arte della politica contemporanea, quella post ideologica e intrisa di concretezza, che non segue i sondaggi ma ascolta le persone.
Viviamo un tempo di infelicità. Non c’è ricco che si dica fortunato, non c’è povero che non si lamenti della propria condizione. Nessuno è contento. Vuol dire che c’è qualcosa che davvero non va nella costruzione della società moderna.
La verità è che la tutela della persona ha perso di centralità.
Si pensi soltanto all’uso dell’intelligenza artificiale, che invece di essere d’aiuto rischia di provocare, tra l’altro, la perdita di migliaia di posti di lavoro. Il rischio è che si perda il valore dell’artigianato, del bel modo di fare le cose, che è tutto umano.
Su questi temi Meritocrazia intende esserci, con mente lucida e rifuggendo da ogni polemica, grazie a un’organizzazione interna rigorosa, in grado di valorizzare i singoli, ma senza perdere di vista il valore della condivisione e della collettività.