Conflitto tra toghe e politica: la Giustizia non sia feudo conteso. Appartiene ai cittadini

Conflitto tra toghe e politica: la Giustizia non sia feudo conteso. Appartiene ai cittadini

Nuovo atto per la saga della disputa tra toghe e politica, animata da rivendicazioni di posizione da parte di chi mostra i muscoli a colpi di interviste e lettere aperte.

È al voto alla Camera l’emendamento Kelany alla legge sui Migranti che dovrebbe trasferire alle Corti d’Appello la competenza sui provvedimenti di convalida del trattenimento disposti dal questore.
Stando alle prime indiscrezioni, i 26 Presidenti delle Corte D’Appello italiane si sarebbero mobilitati invocando un intervento del Presidente della Repubblica, affinché blocchi un emendamento che potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, caricando di super lavoro le Corti. Secondo un’opposta ricostruzione, invece, l’emendamento sarebbe capace di decongestionare il lavoro dei giudici.

Sul testo, non ancora pubblico, si può dire poco, ma la vicenda la dice lunga sul precario equilibrio che lega le toghe alla politica.
Sono in molti a sostenere che, dopo l’inchiesta di mani pulite, la magistratura abbia con il tempo assunto il ruolo di giustiziere morale, facendosi custode etico della legge e non solo garante indipendente di legalità. È pur vero che ancora oggi l’Italia paga il prezzo di tanti processi politici e morali che sono stati celebrati al prezzo dell’efficienza della giustizia e di tante incursioni da parte di coloro che, pur essendo cittadini e dunque in diritto di avere una propria vocazione politica, dovrebbero, nell’esercizio delle proprie funzioni, mettere da parte l’ideologia e concentrarsi sulla garanzia di svolgimento di un servizio pubblico nella maniera più distaccata possibile dalle distorsioni moralistiche.

Meritocrazia Italia invoca maggiore impegno da parte di tutti gli interlocutori per la conservazione degli equilibri istituzionali e chiede responsabilità.
Non si foraggino questioni ideologiche. Non si tratti la giustizia come feudo conteso, perché essa è prima di tutto degli italiani e serve a garanzia dei diritti delle persone. L’effettività dei diritti fondamentali è obiettivo comune, che dovrebbe unire tutte le Istituzioni in una comune battaglia. La Giustizia non può essere, come direbbe Diderot, un gigante su piedi di argilla.

Stop war.



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