CONSAPEVOLEZZA E CORAGGIO – 4 OTTOBRE 2020
Il potere economico vale ormai più della democrazia diretta.
All’esito di un referendum popolare divisivo è affidata la forza di un Parlamento privato della originaria funzione, soggetto al condizionamento, quando non alla strumentalizzazione, di superiori poteri.
Di questo occorre rendersi conto.
Il rapporto tra economia e politica è oggetto di studi dai risultati spesso sorprendenti. Viene alla mente quello condotto nel 2011 dal Politecnico di Zurigo, che toglie il velo dai collegamenti sommersi tra multinazionali e agenzie di rating, criminalità, paradisi fiscali e media. E riporta a un gruppo ristretto di imprese – una «super entità» – il controllo dell’economia globale.
La verità è che tutti i Paesi sono soggetti a un doppio livello di governo: quello rimesso alla scelta democratica del Popolo, e quello, di impronta economica, sottratto a ogni controllo.
La partita più importante si gioca nel mercato del petrolio, attorno al quale ruota il benessere economico dei Pesi più ricchi al mondo. Non è un caso che il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società Rosnef, la maggiore industria petrolifera russa, sia l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder. L’incredibile successo dell’imprenditore cinese Li Ka-Shing non passa sotto traccia. Si fanno notare anche i giovani turchi, solidali con il mondo ebraico.
Segue il settore della tecnologia della comunicazione di Rete. La Silicon Valley trova oggi risposta nelle soluzioni cinesi di Alibaba, Baidu e Tencent. In ogni caso, interessi, manifestazioni di sentimenti (positivi e negativi) e tendenze di consumo sono oggetto di accorta analisi. Nel controllo delle informazioni, massivamente immagazzinate e utilizzate a fini di profilazione commerciale, è il vero potere. Governi meno democratici fanno del filtraggio dei dati un meccanismo di indirizzo delle determinazioni del Popolo, dalle idee del quale attingono egoisticamente.
Ovunque, le scelte di relazione sono pilotate dai nuovi mezzi di comunicazione, che hanno a effetto collaterale dell’intenso utilizzo, superficialità di giudizio, disaffezione per il contatto umano, inaridimento dei sentimenti e allontanamento dalle bellezze naturalistiche. Ciò pur non negandosi le utilità dell’evoluzione tecnologica, che favorisce l’accesso alla cultura e la partecipazione democratica, abbatte le barriere spaziali e temporali delle relazioni e consente un livellamento sociale nella libertà d’espressione.
Anche di questo occorre rendersi conto.
La recente fase emergenziale ha dato al mondo l’opportunità di un momento di contemplazione e di valutazione di punti di forza e debolezza. Ha dato al mondo una seconda occasione.
Per coglierla serve pensare. Vivere il quotidiano con uno sguardo al futuro.
Meritocrazia Italia dà il suo contributo. Con lo studio, l’amore per l’informazione e la verità, il confronto, il rigore nell’ordine delle priorità e la riflessione.
In ‘Casino Royale’, il banchiere Le Chiffre dichiara di non credere in Dio, ma soltanto «in un ragionevole tasso di profitto». Il credo, che purtroppo supera la finzione cinematografica, merita di essere sconfessato.
La vera missione è nell’equità sociale. Non ha a che fare (soltanto) con le multinazionali. È questione di riconquista della civiltà perduta, della cittadinanza attiva, della dignità del Popolo. Perché dal basso della dimensione individuale cresce la forza degli organismi più ampi.
La responsabilità maggiore è affidata al singolo, chiamato a non voltarsi dall’altra parte, a smettere di pensare che l’errore sia sempre nella condotta altrui, a guardare generosamente oltre i confini del proprio giardino e a operare per il bene comune. Che è anche il bene proprio e della propria famiglia.
È con il contributo di tutti che è possibile fare la differenza.
Di tutto questo occorre rendersi conto.