CONTRO IL ‘CARO ENERGIA’, SPAZIO AI PROSUMER
Verso l’autoconsumo
Alla grave crisi generata dall’emergenza pandemica e dalla quale l’Italia non si è ancora del tutto ripresa, si aggiungono le drammatiche vicende del conflitto tra Russia e Ucraina, che, secondo l’Unione europea, porteranno alla riduzione del PIL europeo di mezzo punto percentuale, con possibile peggioramento in relazione alla durata della guerra.
Di là dalle dinamiche sottese ai particolari accadimenti, ogni conflitto innesca inevitabilmente un effetto domino anche sul piano economico.
Segnatamente, l’importazione di gas russo da parte dei Paesi europei attualmente si aggira intorno al 45%. Le sanzioni imposte alla Russia dall’Unione europea non potranno proseguire ad oltranza senza che le conseguenze si ripercuotano anche sull’economia dei sanzionatori.
L’indipendenza dalla Russia, infatti, che sembra potersi raggiungere in circa 30 mesi, presuppone che nel frattempo si stabiliscano accordi commerciali con altri Paesi fornitori. Anche l’ambizioso piano europeo REPowerEU, che richiederà il coordinamento tra tutti gli attori del settore, si prefigge di ridurre le importazioni di gas russo da 155 miliardi di metri cubi a 55 miliardi.
Ma cosa succede nel frattempo alle famiglie e alle imprese, soprattutto a quelle di minori dimensioni?
Come faranno a sopportare l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia?
Il governo sta cercando di ricorrere ai ripari con misure tampone, a conti fatti non realmente decisive, specie alla luce della drammatica condizione nella quale versano cittadini e imprese già fortemente provate dalla pandemia.
In questo contesto, oggi più che mai, la figura del prosumer (produttore e consumatore di energia) merita interventi di deciso sostegno.
Fin da tempi non sospetti, secondo uno studio di Enea, in vista della riduzione delle emissioni di carbonio nel settore elettrico prevista per il 2050, si stimava che oltre 260 milioni di cittadini europei si uniranno al mercato dell’energia come produttori e consumatori, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema.
I prosumer saranno chiamati a costituire le c.dd. comunità energetiche, in Italia riconosciute nel 2020.
Le comunità energetiche (CE) attuano forme innovative di prosumption, mediante l’adesione volontaria a un’aggregazione di utenti che collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali. Il decentramento e la localizzazione della produzione energetica sono i principi su cui deve costruirsi una comunità energetica. Occorre il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio per produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.
Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici.
In questa prospettiva, sarebbe utile agevolare l’installazione di impianti di autoproduzione in condomini, zone industriali e luoghi degradati, con semplificazione normativa e comunque preservando il valore paesaggistico nazionale; introdurre un bonus all’80%, con tetto in finanziaria, con controllo e monitoraggio da parte degli enti di certificazione avvalorati da Accredia; e istituire una defiscalizzazione per 5 anni a favore di chi dimostri di generare prodotti e servizi con un consumo inferiore al 10% della media nazionale.
[Sul tema, v. già https://www.meritocrazia.eu/trasformazione-energetica-e-gestione-decentrata/]