CONTRO GLI AFFANNI DEI TEMPI, INGEGNO E AZIONE – 22 NOVEMBRE 2020

CONTRO GLI AFFANNI DEI TEMPI, INGEGNO E AZIONE – 22 NOVEMBRE 2020

Il Paese è sotto attacco. Un nemico invisibile lo tinge di giallo, arancio e rosso, dei colori di un autunno diverso.

Lo scenario riporta l’immaginazione alle tensioni d’epoca bellica. Le regioni a maggior rischio si preparano al peggio, con lucida consapevolezza. In un clima di palpabili ansia e incertezza.

Eppure, alla delicatezza del momento non corrisponde la dovuta attenzione organizzativa. E i timori sembrano non bastare ancora a sollecitare il miglior spirito civico e il senso di responsabilità dei singoli. Né sembra aversi realmente conto di quali difficoltà stiano affrontando i tanti che lottano ogni giorno per il bene comune. Né i maggiori affanni di chi, come gli operatori sanitari, hanno subito l’improvvisa e inattesa amplificazione del carico emotivo e di lavoro.

La sensazione è che, senza una regola puntuale da rispettare, le coscienze restino dormienti.

È che, quando la preoccupazione accresce il disagio e l’insofferenza, è facile ragionare delle responsabilità altrui, di quel che non va e dovrebbe andare, dei diritti privi di effettività e delle legittime attese rimaste deluse. È naturale contemplare, contestare, recriminare e lamentare. Si attende l’intervento d’altri, di qualcuno che sia capace di sciogliere i nodi e far diradare la nebbia.

Meno immediata la reazione dell’introspezione. Dell’autovalutazione dell’utilità delle proprie azioni e dei propri atteggiamenti. All’affannosa ricerca di attenzioni dall’esterno, accade di dimenticare che si è i primi responsabili del benessere proprio e collettivo.

Come sempre, volgere lo sguardo al passato e all’insegnamento dei grandi aiuta a direzionare l’attenzione al meglio. In periodo di galoppante industrializzazione, quando si faceva più marcato il divario tra borghesia e il proletariato e più intenso il conflitto tra liberismo, socialismo e marxismo, Papa Leone XIII consegnava al Popolo l’Enciclica Rerum Novarum (1891), un’opera capace di ridare valore all’intelletto e alla cultura. Per insegnare che l’arma per avere la meglio nella guerra contro gli affanni dei tempi sta nell’impegno dell’ingegno.

La soluzione non è mai nell’emozionalità della reazione, ma nella riflessione dell’azione quotidiana.

Non c’è problema che non possa trovare soluzione. La mente umana ha la risposta, sempre. Ma al prezzo della concentrazione, dello studio e dell’approfondimento, dell’abbandono di ogni impulsività e del sacrificio dell’azione.

Le intenzioni non sono nulla senza azione. Le idee di rivoluzione non sono nulla senza sforzo di fattiva realizzazione.
Non c’è spazio per il cambiamento finché non ci si sente componente essenziale del motore che lo muove.

Nella sua costante modernità, l’Enciclica ricorda che «i portentosi progressi delle arti e i nuovi metodi dell’industria; le mutate relazioni tra padroni ed operai; l’essersi accumulata la ricchezza in poche mani e largamente estesa la povertà; il sentimento delle proprie forze divenuto nelle classi lavoratrici più vivo, e l’unione tra loro più intima; questo insieme di cose, con l’aggiunta dei peggiorati costumi, hanno fatto scoppiare il conflitto».

Mai come oggi emerge quella duplice natura umana denunciata da Papa Leone XIII, del bruto e dell’uomo.

Il bruto vive di istinti, si appropria di ciò che lo circonda e che gli è prossimo, perché non riesce a guardare più lontano, nel tempo e nello spazio. L’uomo, invece, è dotato di intelletto e sentimento, protegge la realtà che lo circonda, prendendo per sé lo stretto indispensabile, a beneficio e nel rispetto di chi passerà da lì dopo di lui. Nella coscienza che «il necessario al mantenimento e al perfezionamento dell’umana vita la terra ce lo somministra a questa condizione, che l’uomo la coltivi e ne sia provvido di cure».

Si è bruti sempre quando non si dà concretezza all’idea. Si è bruti sempre nell’attesa.

Nella spontanea e operosa collaborazione, nell’altruismo e nella lungimiranza, nell’ingegno delle idee e nel coraggio di metterle in pratica, Meritocrazia Italia cerca l’uomo.



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