Contro l’appiattimento valoriale, MI propone di valorizzare le potenzialità del teatro
Il Comune di Torino dà avvio a un progetto volto a incentivare la frequentazione dei Teatri, con agevolazioni e ricetta pediatrica, da parte di un’utenza che va dai tre agli undici anni, al fine di colmare le carenze culturali ma soprattutto di stimolare la fantasia.
L’iniziativa trova innesto nella l. n. 328 del 2000 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, c.d. “legge Turco”), intesa al miglioramento della qualità della vita, alla riduzione e all’eliminazione del disagio personale e familiare nonché al diritto delle prestazioni. Un provvedimento che tenta di promuovere un vero e proprio bilanciamento sociale, stabilendo che la programmazione e l’organizzazione del sistema integrato venga ripartita tra gli enti locali, le regioni e lo Stato secondo il principio di sussidiarietà. A distanza di vent’anni dalla sua approvazione, probabilmente per i ritardi nella definizione dei Liveas (livelli essenziali dell’assistenza sociale), le politiche sociali del Paese hanno virato su un approccio più legato ai bonus e alle elargizioni di tipo economico, peraltro non sempre adeguate, piuttosto che sui servizi, di fatto senza affrontare il problema.
Oggi l’iniziativa del Comune è lodevole, soprattutto per la scelta settoriale individuata, il teatro. L’appiattimento valoriale della società moderna, dato dall’uso incontrollato e indiscriminato della tecnologia, ha creato dei veri e propri blocchi mentali nella crescita e nello sviluppo dei minori. Tale deficit aumenta nella fase adolescenziale durante la quale aumenta l’autonomia e, insieme, una gestione non sempre davvero ottimale del tempo libero.
Il teatro è il luogo creativo per eccellenza: apre alla diversità, sviluppa l’empatia e la capacità di riflettere su se stessi, sugli altri e sul mondo, oltre a migliorare la percezione del proprio corpo nello spazio e la comunicazione.
Meritocrazia Italia, che da sempre promuove l’impegno e la crescita culturale dei giovani, auspica che l’iniziativa del Comune di Torino sia replicata su scala nazionale, con allargamento della fascia di età dei ragazzi coinvolti, dagli 11 ai 16 anni, e introduzione di un’ora di formazione teatrale nelle scuole di istruzione obbligatoria, quale strumento pedagogico.
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