Contro l’evasione fiscale, il nuovo ‘Anonimometro’

Contro l’evasione fiscale, il nuovo ‘Anonimometro’

Il tassello di un puzzle

Il problema dell’eccesiva evasione fiscale in Italia è all’ordine del giorno da decenni.
Oggi merita reale attenzione. Tra gli ambiziosi obiettivi del PNRR è anche quello di ridurre del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024 la propensione all’evasione registrata nel 2019.

Per questo, nel testo del disegno di legge delega fiscale è la previsione di utilizzare l’intelligenza artificiale e le più moderne tecnologie digitali per individuare i contribuenti che evadono in tutto o in parte le imposte.

Altri Paesi hanno già percorso questa via.
È il caso, ad esempio, della Francia, che, proprio grazie all’intelligenza artificiale, ha raccolto informazioni anche dai social network e dal web, riscuotendo un grosso successo in termini di recupero di gettito fiscale.

In Italia, a dire il vero, in passato l’Agenzia delle Entrate prima (circolare ADE 16/E del 28 aprile 2016) e la Guardia di Finanza poi (circolare GDF n. 1/2018 pubblicata il 4 dicembre 2017) hanno previsto la possibilità di utilizzare in ambito accertativo anche «elementi utili non risultanti dalle banche dati» con «particolare attenzione alla consultazione delle ‘fonti aperte’ (articoli di stampa, siti internet, social network) al fine di acquisire ogni utile elemento di conoscenza sul contribuente da sottoporre a controllo e sull’attività da questi esercitata».

Il nuovo progetto è molto più complesso di così e si concretizza nella creazione di un nuovissimo e sofisticato sistema di selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo, basato sull’intreccio dell’enorme quantità di dati che, oramai da molti anni, sono raccolti dall’Agenzia delle Entrate e che hanno alimentato la c.d. superanagrafe. Grosso impulso è dato dalla disponibilità in tempo reale, grazie alla fatturazione elettronica, dei dati delle operazioni poste in essere dai contribuenti unitamente ai dati dei conti correnti regolarmente trasmessi dagli operatori del settore creditizio al fisco.

In realtà questa nuova ‘cyber-arma’ è già pronta da tempo. Il suo effettivo utilizzo, però, si scontra con le istanze di riservatezza dei cittadini, e il Garante della Privacy ha avuto occasione di porre il suo veto.
In questi giorni il Garante è chiamato a esprimersi sulla seconda versione del decreto contente le regole riviste e corrette in punto di tutela della privacy e sembra vi siano i presupposti per un parere favorevole, in modo da consentire il suo utilizzo già a partire dal prossimo mese di luglio (la definizione di questo meccanismo risulta peraltro inserita nel cronoprogramma del PNRR e fissata al 30 giugno 2022).

In pratica l’Anonimometro – è questo il nome dato all’ultima versione del software, proprio perché basata sull’uso di dati anonimizzati –, diversamente da quanto accade con altre esperienze all’estero, si baserà esclusivamente sull’analisi e sul «pieno utilizzo» dei soli dati già in possesso Fisco.
Il programma informatico servirà per costruire un modello di analisi del rischio e i contribuenti connotati dal più alto rischio di evasione saranno sottoposti a controllo. I nominativi dei contribuenti da sottoporre a controllo saranno resi noti soltanto nel momento dell’inizio della vera e propria attività di verifica e di accertamento, mentre in tutte le fasi precedenti saranno indicati soltanto degli pseudonimi.

L’Agenzia delle Entrate ha confermato che l’analisi, che verrà come detto effettuata dal software sui dati precedentemente anonimizzati, non si tradurrà automaticamente nell’emanazione di atti impositivi, ma dovrà essere parte di un processo più ampio fondato sul rispetto del principio del contraddittorio e della collaborazione e buona fede tra l’amministrazione finanziaria e il contribuente, come previsto dallo Statuto dei diritti del contribuente.

Assicurare il rispetto del principio della capacità contributiva è oggi più che mai necessario per allineare l’Italia agli altri Paesi europei in tema di contrasto all’evasione. Un’operazione che, però, dovrà di necessità accompagnarsi a una revisione del complesso sistema tributario – oggi irragionevolmente complesso – per produrre i risultati auspicati.



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