Contro l’evasione, il Governo agevoli i pagamenti elettronici
Il Governo ha annunciato un piano per contrastare l’evasione fiscale perpetrata dalle attività “apri e chiudi”, cioè quelle attività commerciali che operano per un periodo inferiore a 3 anni. Sarà svolta un’analisi più accurata di tutte le richieste di apertura di partita Iva e saranno chiuse d’ufficio le attività dormienti.
Ma il problema, come sempre, non è definire nuove leggi, che comunque non mancano. È farle rispettare. Non è chiaro, ad esempio, come farà l’Agenzia delle Entrate a recuperare 3.000 euro da attività commerciali (e soggetti) spariti nel nulla.
Si ricorda che l’ammontare delle tasse non riscosse in Italia, a causa dell’evasione fiscale, è stimato intorno ai 100 miliardi di euro all’anno. Questo riduce le entrate di cui ha bisogno lo Stato per il suo funzionamento, crea un ambiente di concorrenza sleale rispetto alle imprese che pagano le tasse e rispettano le leggi, e penalizza tutti i contribuenti, che sono costretti, in conseguenza, a pagare più tasse.
Meritocrazia Italia insiste da sempre sulla necessità di migliorare la trasparenza del sistema fiscale e semplificarne le procedure. Oggi il Governo ci sta lavorando, e questo è un primo successo. Ma si deve anche favorire una migliore collaborazione tra amministrazione finanziaria e imprese e cittadini.
Ulteriore problema connesso e conseguente al fenomeno dell’evasione fiscale è quello dell’evasione contributiva, che si stima costi all’economia del paese circa 10 miliardi di euro all’anno, e che ha conseguenze negative per i lavoratori che non accumulano sufficienti diritti pensionistici e previdenziali. Strumenti normativi quali l’introduzione del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) e l’aumento delle sanzioni per chi evade i contributi previdenziali non hanno dato i risultati auspicati.
Infine, l’ammontare di valuta trasferito illegalmente dall’Italia all’estero attraverso il trasporto di contanti: dall’Italia vengano trasferiti all’estero in modo illegale tra 20 e 40 miliardi di euro all’anno. Un problema complesso che non è facile risolvere con nuove leggi e regolamenti, proprio perché in Italia circola troppo denaro contante, spesso proventi economici non noti al fisco.
Come sempre, Meritocrazia invita alla responsabilità. Ognuno di noi può contribuire a risolvere il problema dell’evasione fiscale, ad esempio, regolando tutti i pagamenti con sistemi di pagamento elettronico, che dovrebbero essere maggiormente incentivati.
Si potrebbe pensare di istituire un sistema di penalizzazione per il ritiro del contante da bancomat e presso gli sportelli bancari, come intervento antievasione. In questo modo, gli istituti di credito diverrebbero sostituti d’imposta, versando nelle casse dello Stato la commissione trattenuta con versamento diretto (e non profitti per le banche).
Tutto ciò in attesa dell’euro digitale (valuta digitale della BCE), uno strumento che tutti i consumatori potranno usare gratuitamente per tutti i tipi di pagamento (pressi i negozi, tra persone,…), che darà possibilità di effettuare pagamenti digitali, pur utilizzando un mezzo di pagamento pubblico.
Per agevolare i pagamenti elettronici, a partire dai micro-pagamenti, si forniscano a tutti i cittadini delle carte di pagamento elettroniche gratuite.
Stop war.