Cosa possono fare i cittadini?

Cosa possono fare i cittadini?

Guardando alla realtà attuale, alle barriere, che sembrano altissime, tra le nostre generazioni e quelle più giovani, viene da chiedersi come fare a ricomporre il dialogo. Parliamo lingue diverse e vediamo le cose in maniera a volte opposta.
Possiamo criticare il modo in cui vengono usati i social network e chiedere al Governo di intervenire in qualche modo.

Ma noi come possiamo fare la nostra parte per cambiare rotta?

Servono collaborazione e sinergia per costruire una cultura nuova.
Le Istituzioni vanno sollecitate, pungolate costantemente. Meritocrazia lo fa da tempo, proponendo una certa regolazione della gestione e dell’uso delle piattaforme social. Ma non è semplice. Spesso sono gli stessi politici a fare un uso scomposto del mezzo, usando un linguaggio non corretto e condividendo pubblicamente anche momenti di vita privata.
Se questo è, cosa possiamo, anzi dobbiamo, fare per aiutare le nuove generazioni?

Di recente ho letto un libro sui moti culturali della Parigi del 1900. I principali artisti del tempo si riunivano in una certa strada del centro storico della città. Venivano da tutto il mondo. Non è mai stato un mistero che conducessero una vita sregolata, senza distinzione tra notte e giorno, senza schemi e tanti vizi. Eppure non è mancato il risultato finale di capolavori che sono giunti fino a noi.
Hopper fu forse uno dei pochi che visse Parigi in maniera differente. Lì trovò sistemazione presso amici dei genitori e una madre molto presente e autoritaria contribuiva ad aiutarlo a tenere la rotta. Anche lui notava che la gran parte degli altri artisti conduceva una vita spesso al limite della legalità.
Picasso, Modigliani e Hopper trovavano, ciascuno nel suo, il modo per descrivere la propria identità, per trovare il proprio io. E per raccontare delle strade di Parigi mettendo in luce sfumature diverse.

Questo per dire che in realtà il vizio c’è sempre stato. Forse il malcostume cambia con il tempo.
Proprio come diceva Ariosto nell’Orlando furioso, che Orlando, sempre agitato, fu aiutato dal cugino a cercare tranquillità su nel cielo, e poi a trovare anche l’amore. Da quell’unione nacque la pioggia. Una metafora bellissima. L’incontro tra due persone, la giusta alchimia, che genera un evento atmosferico tanto potente.
La vita di oggi è così.
Tanta sregolatezza, tante storture da riparare.
I giovani hanno bisogno di una guida vera. Non servono le sole limitazioni. Servono linee di indirizzo attraverso la definizione di processi cognitivi e culturali diversi.

Non basta parlare dei problemi. Bisogna confrontarsi anche sulle soluzioni, che possono essere davvero varie.
I mondiali di calcio del 1990, ad esempio, rappresentarono un momento cruciale per la trasformazione politica dell’Europa. Partecipò la Germania dell’Ovest, per l’ultima volta, e Macedonia, Serba, Croazia e Slovenia dovevano ancora farsi indipendenti. La Germania fu accolta con grandi applausi, perché qualche mese prima era stato abbattuto il muro di Berlino. La Jugoslavia non fu acclamata allo stesso modo, perché i sostenitori non si sentivano appartenere alla stessa bandiera.
Nulla va sottovalutato. Neppure un evento sportivo, che apparentemente nulla ha a che fare con la politica e il benessere dei cittadini.

Per questo l’opera di Meritocrazia è straordinaria. E merita il tempo e l’impegno di tutti.
Dobbiamo continuare nel lavoro di costruzione con impegno e costanza. Dobbiamo cercare le soluzioni migliori ai problemi, ma serve anche saper avere le giuste parole di conforto, che consentono da sole di aiutare a liberarsi dall’isolamento e dalla depressione.
A questo scopo nel corso della prossima Direzione nazionale si comporrà una squadra ancora più solida e forte. Capace di affrontare la sfida di realizzare un mondo migliore per tutti.



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