
D.d.l. Merito: MI chiede criteri di valutazione basati su terzietà e trasparenza
È arrivato il via libera al d.d.l. Merito, che innova la Pubblica amministrazione e cambia in maniera significativa la valutazione della performance e i meccanismi di sviluppo di carriera dei dipendenti pubblici.
Viene introdotto un nuovo sistema che riguarderà il 30% dei posti disponibili denominato «sviluppo di carriera» per accedere alla qualifica di dirigente di seconda fascia senza passare per il concorso, riservata ai funzionari con cinque anni di lavoro e ai quadri con due. I candidati saranno selezionati dal loro dirigente tenendo conto delle performance di carriera. La selezione consisterà in una prova scritta e in un colloquio, la cui valutazione sarà riservata a una commissione ad hoc. L’incarico dirigenziale avrà però durata iniziale limitata non superiore a tre anni e la definitività avverrà solo dopo una nuova valutazione.
Il disegno di legge introduce altresì un limite pari al 30% nella definizione delle eccellenze da cui dipende l’attribuzione dei premi in busta paga.
Il nuovo sistema potrebbe avere l’effetto positivo di incentivare i lavoratori a comportamenti maggiormente efficienti e produttivi, aumentando la loro motivazione e premiando le reali competenze.
Pur essendo favorevole a un sistema così delineato, Meritocrazia Italia ritiene necessario che il Governo preveda chiari criteri di valutazione basati sui parametri della terzietà e della trasparenza, per evitare discrezionalità e favoritismi e garantire a tutti, per equità, le stesse opportunità di crescita professionale.
Stop war.