Datificazione per la gestione dei flussi migratori MI torna a chiedere prudenza nell’uso del digitale

Datificazione per la gestione dei flussi migratori MI torna a chiedere prudenza nell’uso del digitale

In occasione della discussione sulle nuove regole di gestione dei flussi migratori, si discute delle migliori utilità delle tecnologie anche in questo campo, specie ai fini di screening per rilievo di nazionalità, impronte digitali e immagini del volto, con utilizzo dei dati identificativi e biometrici.

Ci si chiede se lo strumento, dichiaratamente rivolto a dare attuazione a politiche di sicurezza, non finisca per essere eccessivamente intrusivo e limitativo del diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali.

L’accelerazione del fenomeno della “datificazione”, che si estende alla raccolta di dati personali e di informazioni sulle attività svolte da ogni cittadino, in ambito lavorativo, ma anche nella vita privata, mostra criticità con le quali il Garante della privacy ha avuto modo di confrontarsi, esprimendosi in maniera negativa, specie quando è possibile ricorrere a modalità alternative e meno invasive di raggiungimento del risultato.

In generale, la tutela dei diritti civili e della privacy tende a complicarsi di pari passo con lo sviluppo tecnologico. Si pensi alle implicazioni derivanti dal sistema biometrico basato sul riconoscimento del dna, che presenta un livello di invasività altissimo. Complicazioni di non semplice soluzione si potrebbero verificare nell’ambito dei reati di frode, ove accade che vengono create false identità e si utilizzino informazioni biometriche di soggetti estranei.
Serve predisporre soluzioni antifrode e migliorare non solo la sicurezza, ma anche l’efficacia e l’affidabilità delle soluzioni biometriche adottate.

La progettazione e la realizzazione di questo tipo di strumentazione deve accompagnarsi all’adozione e al rispetto di un vero e proprio Codice etico.

Meritocrazia Italia invoca cautela nella definizione dei nuovi sistemi per il trattamento dei dati personali a mezzo di tecnologie biometriche. Sia sempre compiuta una preliminare valutazione delle finalità del trattamento dei dati, allo scopo di verificare la rispondenza ai criteri di necessità e proporzionalità. Servono altresì trasparenza e adeguate misure di sicurezza tecniche e organizzative. L’uso delle tecnologie digitali, dall’innegabile altissimo potenziale, merita moderazione, nel ragionevole bilanciamento tra diritti fondamentali, per evitare pur facili distorsioni.
Il trattamento del dato biometrico sia adottato soltanto ove necessario, ove, cioè, non sussistono altre modalità altrettanto utili al raggiungimento dello scopo, nel rispetto dei diritti e delle libertà individuali.

Stop war.



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