Debacle italiana agli europei: MI chiede responsabilità e serietà

Debacle italiana agli europei: MI chiede responsabilità e serietà

L’Italia perde 2 a 0 agli ottavi di finale contro la Svizzera, ed è fuori dal campionato europeo.

Non delude la sconfitta, che fa parte del gioco. Delude il modo in cui sono state tradite le speranze di un Paese che guarda ancora allo sport nazionale come a un momento di riscatto a livello internazionale.

Milioni di spettatori in trepida attesa, pronti a sostenere la squadra, uniti dal calore dell’inno, sono rimasti increduli davanti alla completa assenza di preparazione, di strategia di gioco, ma soprattutto di fame di vittoria e di voglia di vincere.
Una squadra che riflette il disfattismo generale del momento, la scarsa consapevolezza del potenziale, e che porta il Paese alla conferma della sua scarsa credibilità nel confronto con gli altri.

Oggi, dopo due giorni, a bruciare è, ancora di più, la mancanza di assunzione di responsabilità da parte di tutti, specie da parte di chi riveste incarichi dirigenziali e di controllo.
La caccia alle streghe non serve, mai. Né serve un capro espiatorio.
Ma i cittadini hanno ancora bisogno di credere che almeno lo sport sia in grado di conservare autenticità, che, dietro la passione di tutti, non ci siano le solite logiche di mercato, che inquinano i migliori sentimenti e la riuscita della missione. I cittadini hanno bisogno di riacquistare fiducia, e per questo servono segnali di serietà, di integrità, di responsabilità e soprattutto di rispetto per i sacrifici fatti da chi, in passato, ha dato lustro all’identità nazionale.
Le scuse, blande e poco accorate, non bastano.

L’Italia torni ad assumere in Europa, nel calcio come in ogni ambito, il ruolo trainante che le spetta, torni a credere nelle proprie qualità e a dare risposte adeguate alle attese dei cittadini.
Meritocrazia Italia chiede che si lavori da subito per ridare lustro alla tradizione calcistica nazionale, puntando anzitutto sul settore giovanile e sulle scuole, con nuovi investimenti e con il coinvolgimento di almeno due giovanissimi per squadra. Sia anche elevata la quota di giocatori italiani, oggi in numero sempre più ridotto, nei singoli club.
Per altro verso, si chiede un atto di responsabilità ai vertici della Federazione, una responsabilità che avrebbero dovuto assumersi, con la serietà delle dimissioni, già a seguito della scorsa esclusione dal mondiale. Non è dato comprendere quali le motivazioni alla base della scelta del Presidente della FIGC di riconfermare un allenatore che ha fallito clamorosamente nella sua missione, presentando all’Europa la peggior Italia di sempre. Si torni all’onestà, oltre ogni individualismo, attaccamento ai ruoli e ambizioni di potere.

Stop war.



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