DECRETO DI AGOSTO: CANCELLARE LA CRIF PER DUE ANNI – COMUNICATO 04.08.20
Approvato lo scostamento di bilancio e prorogato lo stato di emergenza al 15 ottobre 2020, il Governo si accinge a varare nuove misure di supporto ai lavoratori e alle imprese e contenimento delle conseguenze economiche della crisi emergenziale.
La prima bozza parziale del c.d. “Decreto Agosto”, di imminente emanazione, rivela un tentativo di rafforzamento degli ammortizzatori sociali in essere.
A maggior evidenza, la proroga di cassa integrazione, con estensione per altre diciotto settimane complessive per i datori di lavoro con riduzione di fatturato pari almeno al 20%, indennità di disoccupazione, la previsione d’adeguamento dell’assegno per le invalidità civili totali. Il provvedimento sembra ispirato, altresì, a logiche premiali di sgravio contributivo per le aziende in grado di riportare i lavoratori in attività e per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Non da oggi Meritocrazia Italia sollecita attenzione sulla qualità degli investimenti, nella direzione di ripristinare un patto di fiducia tra Stato e imprese al fine di restituire stabilità alle attività economiche imprenditoriali e dignità ai lavoratori dipendenti. Servono segnali di sostegno decisi e di prospettiva.
Il crollo del fatturato complessivo (ridotto di più del 50% rispetto al 2019) per il 74% delle imprese rende indispensabile un intervento ispirato a una visione di lungo periodo. In questo senso, pur riconoscendosi le potenziali utilità di logiche premiali e incentivanti, è certo che l’approccio d’assistenzialismo non è in sé sufficiente a favorire il rilancio e la definizione del punto di convergenza tra istanze dei lavoratori ed esigenze dei datori.
A poco serve incentivare le assunzioni a tempo indeterminato senza misure in grado di garantire un adeguato stato di salute delle singole imprese per il futuro.
In tal senso, lo sgravio contributivo prospettato è di sicuro beneficio per le aziende che non hanno subito una riduzione del fatturato. Meno facile credere che possa essere di supporto per quelle che registrano un calo superiore al 20%, non onerate dal versamento di contributi addizionali.
Per come finora congegnata, la misura rischia di apparire, poi, discriminatoria nei confronti dei datori di lavoro del settore agricolo, pure in crisi e inspiegabilmente esclusi dal beneficio.
A ogni modo, l’impossibilità di cumulare lo sgravio con altri esoneri renderà necessaria un’attenta valutazione preliminare di opportunità e convenienza da parte delle imprese, che meriterebbero, per questo, maggiore chiarezza e più facile accesso alle informazioni.
Ciò considerato, Meritocrazia Italia, nell’ottica di effettivo miglioramento, propone piuttosto di:
– adottare misure utili a consentire ai singoli imprenditori di confermare i propri dipendenti a prescindere dalla dimensione dell’azienda sul piano occupazionale;
– concedere uno stralcio del 40% sulla sorte del capitale dei debiti nei confronti dello Stato.
Questo permetterebbe, per un verso, di garantire i livelli occupazionali esistenti, e, dall’altro, di incentivare le imprese in difficoltà per mancanza di liquidità e contrazione interna della domanda dei beni e servizi, di ripartire con nuovo slancio e acquistare maggiore competitività anche a livello internazionale. Di riflesso, con la rimozione dei debiti scaduti dal bilancio dello Stato, sarebbe possibile migliorare anche il rating nazionale e riguadagnare credibilità.
Sotto altro profilo, Meritocrazia sollecita un utilizzo più accorto della Cassa integrazione, strumento da mettere a disposizione delle sole imprese realmente in affanno economico e fuori dalla disponibilità degli enti pubblici, e propone di
– riservare maggiore spazio alla contrattazione di secondo livello, anche al fine di contrastare il dilagante fenomeno del dumping contrattuale;
– procedere al rinnovo della contrattazione collettiva di livello nazionale, ormai in attesa da tempo per oltre il 53%;
– puntare sull’aumento della competitività, con indagine analitica delle cause di una crisi solo da ultimo ascrivibili al regime emergenziale, e sulla produttività dei settori, per evitare freno alla crescita e pressione sui salari;
– migliorare il welfare aziendale nell’accezione più ampia (da asili ad altri servizi accessori) nella prospettiva di dare più opportunità lavorative nel rispetto della parità di genere. Occorre anche ripensare al Sistema Sanitario Nazionale, prevedendo il welfare integrativo accanto alle prestazioni di base.
Valgano, poi, perplessità in ordine alla compatibilità dell’attesa proroga del divieto di licenziamento fino al 31 dicembre 2020 con il principio costituzionale della libertà di impresa. La perpetuazione di misure adottate in situazione di eccezionale emergenza rischiano di ingessare oltre ragionevolezza il mercato del lavoro. La libertà di autodeterminazione economica, che ha a oggetto anche gestione dei livelli di produttività e del personale, non può subire una compressione non giustificata da strategie di prospettiva.
Diversamente, per raggiungere un adeguato bilanciamento tra gli interessi di lavoratori e datori di lavoro, contrapposti ma tutti meritevoli di tutela, sarebbe più opportuno puntare su:
– rinnovati meccanismi di inclusione occupazionale,
– una riforma efficace e di struttura dei Centri per l’impiego come vere agenzie per il lavoro.
V’è comunque che, per essere realmente utile allo scopo, l’eventuale opzione per la proroga del divieto di licenziamento dovrebbe essere accompagnata dalla rimozione di tutte le condizionalità e i termini decadenziali delle procedure.
Quanto alla riforma della fiscalità, Meritocrazia insiste da sempre sulla necessità di ripristino della sua fisiologica originaria funzione. Per questo, la richiesta economica dovrebbe essere calibrata sulle difficoltà a maggiore riscontro.
Si propone di instaurare un rapporto equilibrato, salubre e continuativo con gli uffici fiscali, mediante meccanismi innovativi di interlocuzione, con apertura di uffici periferici di ascolto, anche digitali, con consulenti esterni per evitare un sovradimensionamento dell’organico.
In coerenza, al fine di consentire a tutti l’accesso al credito e alle agevolazioni finanziarie, si insiste sulla necessità di cancellazione totale, per almeno due anni, delle informazioni sulle pregiudiziali di pagamento da tutti gli archivi bancari, sotto il monitoraggio e la responsabilità della Banca d’Italia, a favore dei soggetti che abbiano visto il riconoscimento della esdebitazione.
Meritocrazia Italia invita a cogliere l’occasione per promuovere l’Italia della creatività e restituire fiducia in un Paese che si mostri capace di cogliere la reale distribuzione di forze e debolezze, per tentate uno stabile recupero degli equilibri e il risanamento delle difficoltà, comuni e speciali.