‘DECRETO RIPARTENZE’: NON SI RINVII UNA NUOVA REGOLAZIONE DEL LAVORO AGILE, ANCHE NELLA P.A. – COMUNICATO 07.04.22

‘DECRETO RIPARTENZE’: NON SI RINVII UNA NUOVA REGOLAZIONE DEL LAVORO AGILE, ANCHE NELLA P.A. – COMUNICATO 07.04.22

Con l’uscita dallo stato di emergenza, si attendeva il venir meno delle deroghe al ricorso allo smart working, con ripristino dell’obbligo dell’accordo individuale tra azienda e dipendente come adempimento preliminare e necessario per il c.d. lavoro agile (si ricorda che la normativa emergenziale consente, invece, ai datori di lavoro di disporre unilateralmente il passaggio alla o la permanenza nella modalità di lavoro agile, in forma semplificata, essendo sufficiente una semplice comunicazione a mezzo mail).

Mentre le aziende già si preparavano al ritorno alla normalità, fuori da ogni previsione, il decreto Ripartenze differisce dal 31 marzo al 30 giugno la fine del regime emergenziale sul lavoro agile per le aziende private, con proroga delle semplificazioni previste dal primo decreto Covid.
Per la pubblica amministrazione, invece, già dallo scorso 15 ottobre 2021 era stato disposto il rientro in presenza, con obbligo di previo accordo individuale in caso di ricorso allo smart working.

Una volta superata l’emergenza anche nel settore privato, si porrà il problema di scegliere tra ricorrere ad accordi individuali con i singoli lavoratori, definire policy aziendali standard, uguale per tutti, ovvero siglare, con l’intervento dei sindacati, un accordo collettivo, da recepire poi negli accordi individuali.
Da più parti si è espressa la opportunità che la questione sia affrontata con adeguato intervento normativo, con modifiche sulla contrattazione nazionale di categoria. Tanto emerge anche da un disegno di legge sullo smart working allo studio della Commissione Lavoro della Camera.

Meritocrazia Italia reputa essenziale favorire nuove modalità di organizzazione del lavoro, idonee a mettere al centro delle scelte operative le esigenze dei singoli, anche considerata la funzione dello strumento, che negli ultimi due anni ha dato buona prova di sé in molti ambiti, spesso contribuendo anche a migliorare i rapporti tra datore di lavoro e dipendente.

Meritocrazia reputa, altresì, utile il recupero delle utilità del lavoro smart anche nella pubblica amministrazione, purché adeguatamente regolato, nel verso che
– non sia in alcun modo pregiudicata, ma anzi risulti agevolata la fruibilità dei servizi;
– siano all’uopo predisposti adeguate piattaforme digitali, a facile accesso e utilizzo, e sistemi di sicurezza delle comunicazioni tra lavoratore e amministrazione;
– sia prevista un’agenda con cadenze perentorie dei piani di smaltimento degli arretrati e sia implementata e riadeguata la dotazione tecnologica necessaria.



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