DEGRADO AMBIENTALE E DEGRADO SOCIALE
Il nuovo ruolo dell’assistente sociale
L’Uomo ha sempre interagito con l’Ambiente. Si è servito del Sole, del vento, del suolo, dell’acqua per le proprie necessità. Ha abbattuto alberi. Ha creato campi coltivabili e costruito città. Ha arginato corsi d’acqua e deviato il corso dei fiumi.
Ma gli enormi benefici si pagano a caro prezzo. Ed è finita che, negli ultimi due secoli, Uomo e Ambiente sono entrati in conflitto, con l’effetto di gravissimi disastri ambientali. Una guerra senza vinti né vincitori.
Serve porre riparo. E non può esserci inversione di rotta senza una radicale Rivoluzione Culturale, che parte dal basso e impone la partecipazione di tutti.
Il Nuovo Codice Deontologico dell’Assistente Sociale, entrato in vigore il 1° giugno 2020, ha introdotto, nel Titolo II dedicato ai Principi generali, il dovere a carico di coloro che svolgono questa professione di contribuire alla tutela ambientale.
L’art. 13 chiarisce che l’Assistente Sociale “concorre alla produzione di modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente, della sostenibilità ecologica e della sopravvivenza sociale, consapevole delle difficoltà nel rapporto tra l’essere umano e l’ambiente“.
In sostanza, non soltanto si chiede all’assistente sociale di “non inquinare”, come a ogni cittadino, bensì di contribuire fattivamente alla costruzione di modelli di sviluppo della comunità.
Ciò comporta un “nuovo” ruolo complementare a quello di sostegno e supporto di coloro che vivono un disagio, che consiste nel promuove il benessere sociale di tutti. Tale ruolo può essere inteso come “politico”, in quanto diretto ad “edificare la Polis”, la “Città”, concetto evidenziato dall’art. 7, che sottolinea che “l’assistente sociale riconosce il ruolo politico e sociale della professione e lo esercita“.
Il Nuovo Codice Deontologico affida, quindi, nuovi compiti agli assistenti sociali: all’azione generica di sensibilizzazione ambientale deve, necessariamente, affiancarsi quella di intervento concreto nei sistemi di produzione e di consumo e ai relativi meccanismi economici.
Lo scopo è quello di combattere sia il degrado ambientale che quello sociale.
Risulta evidente che l’impegno necessario presenta varie difficoltà, soprattutto dal punto di vista delle competenze.
Alla luce di quanto previsto dal Nuovo Codice in vigore ormai da un anno, si propone di destinare una parte delle risorse stanziate per le Politiche Sociali alla Formazione “ambientale” degli Assistenti Sociali, in modo tale da far loro acquisire le giuste competenze per fungere da “tessuto connettivo” tra il benessere della collettività e quello del Pianeta che essa abita.
L’assistente sociale diventerebbe, così, una vero e proprio educatore sociale.
Fonti:
progettofamigliaformazione.it
studiarapido.it