DEMOCRAZIA E’ PARTECIPAZIONE CONSAPEVOLE – 7 giugno 2020
Democrazia vuol dire affidare il potere al Popolo. Il bene comune può essere tracciato soltanto mediante decisioni condivise, con approvazione della maggioranza ma nel rispetto dei diritti insopprimibili della minoranza.
Il principio può trovare modalità di realizzazione differenti.
Ai metodi tradizionali di selezione dei rappresentanti per capacità ed esperienza, se ne affiancano di nuovi e se ne recuperano di apparentemente superati. Tra questi ultimi, quello dell’estrazione a sorte, ricostruito sui diffusi sentimenti di disillusione e sfiducia verso la classe politica degli ultimi anni. Un metodo sperimentato nel medioevo e nell’antico regime, oggi esasperato fino alla proposta di comporre una delle due Camere esclusivamente mediante sorteggio. Ad alcuni, questa sembra la strada migliore per riconsegnare al popolo la gestione della cosa comune.
Eppure sulla reale dimensione della rappresentatività servirebbe riflettere.
Inquieta l’idea di affidare al caso la selezione delle persone incaricate di prendersi cura del benessere collettivo. L’approssimazione non aiuta né il rappresentante, al quale spetta un compito gravoso e delicato, né il rappresentato, sempre meritevole di adeguata garanzia nel raggiungimento di un’esistenza libera e dignitosa.
Soltanto la predisposizione di una strategia di sistema e di lungo periodo può consentire di traguardare il risultato del miglioramento della qualità della vita di tutti.
Il popolo ha bisogno di rappresentanti capaci, che abbiano costruito la propria adeguatezza lungo un percorso di formazione delle competenze e delle qualità emotive.
E invece l’importanza dell’elezione, a scelta consapevole o rimessa al caso, è sottovalutata. La missione politica è spesso asservita ad ambizioni di prestigio personale. Da qui, quelle lotte serrate alla candidatura che corrodono l’essenza della democrazia moderna.
Ricostruire vuol dire invertire l’approccio. Spostare l’attenzione da aprioristiche valutazioni di preferenza della soluzione alla realtà del problema. Partire dall’indagine delle esigenze di tutti, specie dei soggetti più deboli, per trovare il rimedio adeguato, una cura diversa in relazione al male. La tutela del singolo è tutela della collettività, perché il benessere collettivo non può che passare per il benessere individuale.
È questo che può guarire il popolo da quel disagio che trova sfogo in atti di inaccettabile rivolta violenta.
Per questo motivo, Meritocrazia Italia è un’occasione per i cittadini comuni per farsi sentire da chi governa, di proporsi, di non arrendersi, e soprattutto per contare veramente, sempre con garbo e umiltà.
Questa opportunità deve essere colta ed utilizzata con tutte le forze. Non vinceranno poche persone, ma l’intera comunità.