DEMOCRAZIA, PRODOTTO INVENDUTO – 17 OTTOBRE 2021
Guerra per l’energia. Green pass e violenza nelle strade. Discriminazioni e divisioni sociali. Rivendicazione di diritti e dismissione dei doveri.
Un’Europa instabile, incapace di contribuire alla costruzione di livelli adeguati di welfare, di conservare gli equilibri tra i Popoli, di definire linee di difesa comune, di tenere una propria cabina di regia per incidere sulle scelte di geopolitica.
In una situazione di massima confusione sociale e di progressiva disfatta della politica interna e internazionale, quale contributo può dare un gruppo di cittadini desiderosi di cambiare lo stato delle cose?
Può anzitutto ascoltare. In modo empatico, facendo selezione nel flusso incontrollato di cattive notizie su allarme climatico, emergenza sanitaria, odio e conflitti sociali.
La capacità di ascolto è alla base di ogni percorso politico. È postulato della correttezza di ogni decisione. Pazienza, attenzione, concentrazione, curiosità, disponibilità, apertura e mente libera da pregiudizi, alle radici di un ascolto che sia fonte di arricchimento reciproco. Per recuperare l’ottimismo.
L’ombra scura della negatività e del pessimismo serve solo a accrescere il potere di quei pochi che hanno in mano le redini del futuro di tanti, di quei pochi eletti non dal Popolo ma dal mercato.
Chi acquisterebbe un prodotto del quale sono pubblicizzati soltanto difetti e limiti?
Democrazia e meritocrazia sono presentati in tutta la loro decadenza. E il cittadino perde la speranza che qualcuno possa farsene carico. Non stupisce la percentuale altissima di astensione nelle ultime elezioni amministrative, che è indice della diffidenza popolare. Sta vincendo chi rema infedelmente contro il principio di rappresentatività, prodotto invenduto.
La stessa manovra per la riduzione del numero dei parlamentari ha rappresentato una sconfitta della democrazia. Per la medesima logica che impedisce ai cittadini di acquistare il bene democratico per il tramite dell’esercizio del diritto di voto, se le organizzazioni politiche sono poche è più facile, per chi ha il potere, controllarle e di governare dietro le quinte.
La politica della ‘non politica’.
Finisce che la violenza delle manifestazioni di piazza degli ultimi giorni, coltello di burro, non è disapprovata come dovrebbe, perché serpeggia l’idea che, in fondo, Istituzioni che non sanno essere vicine al Popolo meritino di essere attaccate.
Invece l’aggressività e l’arroganza, che sono mostra di ignoranza, va sempre condannata. I tanti che sono scesi per strada avrebbero reso servizio più utile esercitando il diritto di voto e la libertà partecipativa, che è principio e fine del vero cambiamento.
Più cresce la cittadinanza attiva, più si amplia lo spazio di partecipazione, più aumentano le iniziative, meno potere è concesso a quanti imbrattano il concetto di democrazia, sminuendone il valore.
Per dare un vero contributo, Meritocrazia si impegna ad ascoltare. A osservare. A leggere. Senza assecondare istinto ed emotività, oltre ogni qualunquismo. Prendendo il tempo per riflettere. Si impegna a essere sempre curiosa, a promuovere la condivisione, ad alimentare la fiducia e la motivazione.
Non l’irruenza delle rivendicazioni, ma la serenità della riflessione è la vera arma contro il disagio.