Deroghe ai dehors: si colga l’opportunità di valorizzare i centri storici senza pregiudizio per cittadini e decoro urbano
A fine anno scadrà il provvedimento straordinario che consente la presenza di tavoli all’aperto davanti a locali serali, bar e ristoranti, una misura utilissima durante la pandemia, perché consentiva di sostenere le attività economiche tutelando la salute collettiva.
Questa opportunità sembra avere le ore contate, ma, attese le forti protese di alcune associazioni di consumatori, il Governo sta pensando a una conferma nella legge contenuta nel Ddl Concorrenza che permette agli esercenti di usare il suolo pubblico senza pagare il canone di occupazione.
La questione è oggetto di divisioni.
Per la maggior parte delle associazioni che rappresentano i pubblici esercizi, l’abolizione o la limitazione di questa norma sarebbe un errore grave. Mentre le associazioni dei consumatori protestano contro le deroghe ai dehors, ritenendoli un pericolo per la salvaguardia dei centri storici e del decoro urbano; i beni culturali sarebbero oggetto di un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico e, quindi, pregiudizievole per la loro conservazione o integrità.
Gli interessi di entrambe le parti meritano attenzione e occorre una regolamentazione adeguata a bilanciarli ragionevolmente.
Servono regole sul corretto esercizio del diritto e devono essere garantiti i controlli e la presenza delle forze dell’ordine per la sicurezza dei cittadini.
Pertanto, sarà necessario aggiornare e uniformare i regolamenti comunali sui dehors tenendo conto delle diverse esigenze e peculiarità. I dehors devono essere armonici con il contesto cittadino e non devono generare situazioni di degrado. Il tema dei controlli è fondamentale perché uno dei veri problemi è rappresentato proprio dagli abusivi, che installano strutture senza autorizzazioni. È importante anche assicurare che i tavolini all’aperto non creino problemi di viabilità e restringimento degli spazi per i pedoni.
Meritocrazia Italia ritiene un’opportunità positiva da valutare attentamente anche in considerazione del fatto che questa misura potrebbe ridurre, se adeguatamente regolamentata, lo spopolamento dei centri storici, con una maggiore presenza dei turisti. Auspica, pertanto, che il Governo raccolga i suggerimenti dell’ANCI e delle Soprintendenze affinché si possano stabilire i criteri che coniughino gli spazi commerciali con quelli culturali e residenziali, tenendo conto delle esigenze dei territori e dei residenti. Questi ultimi, in nessun modo, devono vedere compromessi i diritti alla tranquillità, al riposo, alla privacy e alla sicurezza.
Stop war.