DI RISORSE INCONSAPEVOLI
L’enciclica sociale ‘Rerum novarum’, promulgata nel 1891 da Papa Leone XIII, rappresenta un pilastro del pensiero politico anche moderno. Sintesi di un percorso storico di circa una secolo, l’opera va oltre ogni condizionamento di tipo strettamente religioso. Con coraggio, propone l’affermazione dei principi di eguaglianza ed equità sociale proprio mentre liberismo, socialismo e marxismo si contendono il capo e l’incalzante industrializzazione dei processi lavorativi e il crescente divario culturale ed economico tra borghesia e proletariato favoriscono l’emarginazione e l’indebolimento di molti.
All’epoca, la Chiesa è appena stata privata del privilegio del tribunale ecclesiastico (che sottraeva gli uomini di Chiesa alla giustizia ordinaria), del diritto d’asilo (che assicurava impunità a chiunque si rifugiasse in una chiesa) e della manomorta ecclesiastica.
L’enciclica è segno di decisa reazione a disparità sociale e distribuzione di privilegi, nemici della crescita sana dell’Umanità e fonte di guerre e devastazioni. Insegna che la missione deve essere quella di costruire sull’armonia dei popoli e di valorizzare gli aspetti sostanziali del vivere civile. Al centro di ogni riflessione e di ogni azione deve essere il valore umano.
Un documento a vocazione religiosa riconosce l’importanza della felicità terrena.
Questo insegnamento conserva attualità e assume una portata dirompente nel momento emergenziale che oggi sconvolge il Mondo.
Essere guida politica capace vuol dire saper riconoscere i nuovi deboli, assicurare dignità ai lavoratori, valorizzare l’associazionismo, garantire la libertà religiosa. Vuol dire consentire a ciascuno di ripartire adeguatamente il proprio tempo tra lavoro, affetti e attività di autorealizzazione di sé. L’Umanità è tale se non è costretta a dedicare tutte le proprie energie alla soddisfazione di necessità di carattere economico.
A seconda guerra mondiale già esplosa, Rita Levi Montalcini si fa esempio di tenacia e, in una situazione di estrema difficoltà, non perde entusiasmo e passione per la propria missione, fa grande sforzo di creatività e allestisce un laboratorio segreto, prima in casa a Torino e poi nella sala da pranzo di una delle case di campagna, rifugio dai bombardamenti, chiedendo supporto ai suoi stretti familiari. Coinvolge nella straordinaria impresa la mente straordinaria della persona che ha fatto da guida alla sua crescita professionale. A questo impegno si deve la conoscenza del sistema nervoso e della funzione dei neuroni, strumento di trasmissione delle informazioni dal cervello al resto del corpo.
Va tratto, però, anche un altro insegnamento.
La difficoltà del momento mette alla prova e fa emergere limiti e punti di debolezza. Eppure, con coraggio, fantasia e creatività, si scopre che ciò che del quotidiano appariva superfluo può rivelarsi risorsa inestimabile per recuperare quell’Umanità che talvolta appare perduta.
“Non temete i momenti difficili: il meglio viene da lì” (R.L. Montalcini).