Diatriba pale eoliche: la transizione energetica avvenga in modo responsabile
Si anima il dibattito sull’installazione di nuove pale eoliche in Sardegna, specie in relazione alla proposta di legge che rende possibile estendere la salvaguardia del territorio dell’interno attraverso il Piano Paesaggistico Regionale.
Da un lato, la necessità, avvertita a livello nazionale, di diversificare le fonti energetiche e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, in linea con gli obiettivi di transizione energetica e lotta al cambiamento climatico. Dall’altro, la preoccupazione per l’impatto paesaggistico e ambientale degli impianti, soprattutto in un territorio come la Sardegna, rinomato proprio per le sue bellezze naturali.
Trovare un punto di equilibrio non è semplice. Bisogna ponderare le soluzioni meno invasive e più rispettose dell’ambiente. Diversamente sarebbero significative anche le esternalità economiche negative (per perdita di valore paesaggistico e immobiliare) e soprattutto quelle sociali per le comunità locali.
Preoccupa il fatto che, invece, alla base della scelta vi sia non tanto il bene comune o l’interesse della comunità quanto l’interesse economico di alcuni.
Altro nodo è, come sempre, quello burocratico. Torna l’annosa problematica delle deroghe alle norme paesaggistiche, spesso concesse per motivi di incapacità progettuale e tempi amministrativi, non coerenti con quelli dei finanziamenti europei.
Si ricorda poi l’esperienza degli impianti industriali, che in Sardegna sono vere e proprie cattedrali nel deserto. Non solo non hanno portato alcun vantaggio agli abitanti, ma hanno devastato paradisi naturalistici come il golfo di Porto Torres con la raffineria Eni, (ormai abbandonata) e il golfo di Cagliari con la raffineria Sarroch, vicina l’oasi dei fenicotteri.
Insomma, le criticità non mancano. E il problema non è soltanto della Sardegna.
Meritocrazia Italia propone di ponderare ogni soluzione senza costrizioni temporali troppo stringenti, per poter adeguatamente valutare impatto paesaggistico, componente sociale, meccanismi di smaltimento delle pale e, se del caso, ricercare soluzioni alternative.
Si potrebbe considerare l’utilizzo di pale eoliche più piccole e verticali, del tipo di quelle utilizzate in Spagna, prevedere un obbligo di legge per lo smaltimento delle pale eoliche a fine vita, a carico dei gruppi finanziari che gestiscono gli impianti, e istituire delegazioni territoriali consultive che potrebbe facilitare il dialogo tra le diverse esigenze e la ricerca di soluzioni condivise.
La transizione energetica è fondamentale, ma deve avvenire in modo responsabile e rispettoso del territorio e delle sue comunità. Un dialogo costruttivo e aperto alla ricerca di soluzioni alternative è la chiave per trovare un equilibrio tra le diverse priorità.
Stop war.