Dichiarazione europea pro LGBT+: le ideologie restino fuori dalla tutela dei diritti umani
Con una mossa che ha suscitato dibattiti e controversie, l’Italia ha scelto di non firmare la dichiarazione europea per la tutela dei diritti della comunità LGBT+.
Hanno aderito 18 Stati su 27.
Forti le riserve espresse dall’Italia, come dall’Ungheria e dalla Romania, specie in relazione al linguaggio utilizzato nel documento, ritenuto non bilanciato in termini di identità di genere e diritti.
La decisione italiana è arrivata nonostante il precedente sostegno che lo scorso 7 maggio, al Servizio per l’Azione Esterna dell’Unione europea, aveva espresso proprio sulla dichiarazione contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia.
Questo cambiamento di rotta ha quindi sollevato interrogativi sulla coerenza delle politiche interne e sul loro allineamento con i valori europei di inclusività e uguaglianza.
La stessa maggioranza di governo sembra divisa. E ovviamente non si è fatta attendere la dura reazione delle opposizioni che, compatte, hanno sollevato pesantissime critiche all’azione di governo, bollata come ‘inaccettabile’.
Meritocrazia Italia promuove da sempre la centralità della persona e il riconoscimento del merito individuale, pilastri indiscutibili di una società equa e inclusiva.
Per questo invita le parti politiche a superare le differenze ideologiche e pensieri e convincimenti personali, per far confluire tutte le energie nell’unico superiore obiettivo dell’eliminazione di ogni forma di discriminazione, impegnandosi tutti con azioni concrete volte a tutelare l’individuo in quanto tale.
L’auspicio è che, nonostante le divergenze politiche e le diverse convinzioni concettuali, l’Italia sappia continuare a lavorare con serietà, anche in Europa, verso un futuro in cui ogni cittadino sia valutato e rispettato per le proprie qualità uniche, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Stop war.