DIPENDENZA DA INTERNET E SOCIAL MEDIA
Nuovi modelli di riabilitazione
È dipendenza ogni alterazione del comportamento che da semplice o comune abitudine diventa ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti.
L’individuo dipendente perde il controllo dell’abitudine.
È un problema che assume infinite sfaccettature. Da dipendenze comportamentali come gioco d’azzardo o shopping compulsivo, a dipendenze di tipo alimentare, nella forma della bulimia, dell’anoressia o d’altri disturbi dell’alimentazione, a dipendenze legate al consumo di sostanze stupefacenti o alcoliche.
Si ha dipendenza, insomma, quando non si riesce a fare a meno di qualcosa.
Una delle forme di dipendenza più moderne e rispetto alle quali v’è meno consapevolezza è quella che attanaglia tantissimi giovani (oltre a molti meno giovani): la dipendenza da internet e social media.
Da un recente studio emerge che il 5% dei giovani tra i 14 e i 21 anni è moderatamente dipendente da internet e lo 0,8% è seriamente dipendente.
Un dato preoccupante, da non sottovalutare.
Si tratta di una patologia di tipo comportamentale, caratterizzata dall’uso compulsivo di strumenti tecnologici come smartphone, televisore o computer.
La quasi totalità dei ragazzi naviga in internet, gioca online e possiede strumenti tecnologici personali. Questa grande disponibilità, in uno all’estrema familiarità con lo strumento tecnologico, può portare ragazzi e adolescenti a sviluppare la dipendenza.
Il fenomeno sembra interessare fasce d’età progressivamente più basse.
La stimolazione sensoriale che ne deriva è molto forte. I primi effetti negativi dell’iperstimolazione sui bambini sono insonnia, agitazione, nervosismo e apatia. Il bambino, abituato al game, fa molta fatica a utilizzare o addirittura inventare giochi di altro tipo.
A subirne gli effetti di un uso non consapevole dei device elettronici sono spesso gli adulti stessi, che quindi non riescono a gestire il processo educativo.
Sarebbe quindi fondamentale intervenire anche sulle abitudini comportamentali dell’adulto, con un lavoro di prevenzione. La prevenzione è sicuramente il modo in cui si può evitare di sfociare senza riserve in una dipendenza di questo genere; per questo indagarne le cause è sicuramente importante.
Spesso ci si approccia in modo ossessivo al dispositivo elettronico non per l’oggetto in sé ma per ciò che contiene, per le possibilità che offre. Certamente l’impiego di nuove tecnologie ha svolto un ruolo predominante sia nel periodo precedente alla pandemia, sia durante l’emergenza; rappresenta il futuro ma, allo stesso tempo porta con sé nuovi pericoli e la nascita di nuovi bisogni e necessità.
A contenimento del problema, servirebbero una maggiore opera di sensibilizzazione, all’interno delle scuole, all’utilizzo delle nuove tecnologie, anche allertando sui rischi che si corrono sul web e favorire la partecipazione a corsi di formazione per l’acquisizione di conoscenze legate al mondo digitale; un aumento di controlli all’interno del web per prevenire i comportamenti illeciti derivanti dal cattivo uso della tecnologia; maggiori investimenti in ricerca e progetti da attuare in sinergia con istituti di ricerca e università.
Questo potrebbe servire anche a prevenire la nuova forma di dipendenza, che, in ogni caso, come tutte le patologie affini, non deve essere sottovalutata e può trovare una cura.
Il rischio è che la diffusione del fenomeno finisca per farne una nuova normalità. E questo va evitato, perché l’uso sregolato del digitale isola e mortifica la capacità di stare insieme. La virtualità crea un pericoloso scollamento dal reale.
Per correggere questo gravissimo vulnus e riabilitarsi alla realtà, basterebbero piccoli gesti. Momenti, pur brevi, di totale stop alla connessione, da dedicare esclusivamente al reale degli affetti, o anche soltanto alla semplicità di una passeggiata, sono fondamentali per riconciliare con l’ambiente circostante.
Sarebbe, come sempre, solo una goccia nell’oceano. Ma sarebbe pur sempre un gesto di responsabilità e consapevolezza, un primo importantissimo passo.