DIVIETO DI PLASTICA MONOUSO: SIA ISTITUITO UN OSSERVATORIO PERMANENTE – COMUNICATO 25.01.22
Dallo scorso 14 gennaio, dopo anni di polemiche e rinvii, con il d.lg. n. 196 dl 2021 si fa finalmente divieto di utilizzo della plastica monouso.
Il provvedimento risponde agli obiettivi imposti dalla direttiva europea n. 2019/904 (Single Use Plastic), che, al fine di promuovere una fattiva transizione verso un modello di economia circolare, impone di adottare misure di contenimento dell’incidenza sull’ambiente e sulla salute umana di determinati prodotti in plastica e, in particolare, dei prodotti in plastica monouso (piatti, bicchieri, cannucce, etc.) che, a causa delle particolari modalità di impiego, sono caratterizzati da un alto tasso di rischio di dispersione.
Rispetto alla direttiva, l’Italia introduce la novità di escludere dai prodotti monouso quelli biodegradabili e compostabili che presentano una percentuale di materia prima rinnovabile pari o superiore al 40% per il 2023 e al 60% per il 2024.
La scelta non può non essere stata condizionata dal primato detenuto dal Paese nella produzione di bioplastiche (per 110mila tonnellate annue, 280 aziende interessate con 2.800 addetti e un mercato da 815 milioni di euro).
La previsione del credito d’imposta a favore delle imprese che promuovono l’acquisto di materiali e prodotti alternativi alla plastica monouso, ancora una volta con riferimento anche alla plastica biodegradabile e compostabile, rivela l’intenzione di agevolare, al tempo stesso, una riconversione e/o diversificazione del settore della plastica tradizionale. Si legge un tentativo di sollecitare i produttori alla modifica dei cicli produttivi.
Il provvedimento nazionale, infatti, introduce un impegno di riduzione al 2026 per prodotti come tazze o bicchieri per bevande e i contenitori per alimenti rimasti fuori dal gruppo ‘polimeri naturali non modificati’.
Tuttavia, è elevato il rischio che si apra una procedura di infrazione europea, considerato che le specifiche italiane non compaiono nelle norme approvate a livello comunitario e, soprattutto, alla luce del parere preventivo espresso a dicembre 2021 dalla Commissione europea.
Meritocrazia Italia auspica che l’Italia punti a rendere tutti gli imballaggi riutilizzabili o riciclabili entro il 2030, con interventi mirati anche sull’overpackaging e sulla progettazione, con riduzione della loro complessità e introduzione di un sistema di deposito su cauzione (DRS) per i contenitori per le bevande.
È indispensabile procedere da subito alla costruzione di un programma completo e partecipato di riconversione delle attività. Ciò in miglior aderenza alle disposizioni europee e comunque senza perdere di vista la particolare realtà imprenditoriale nazionale, in ragionevole bilanciamento tra le impellenti esigenze di sostenibilità e le esigenze di aziende già in gravissimo affanno.
Occorre introdurre non solo target vincolanti di riduzione e riuso per gli imballaggi e gli articoli monouso, ma anche incentivi per promuovere più moderni modelli di business basati sul riutilizzo dei prodotti.
Meritocrazia Italia, infine, ravvisa la necessità di istituire un Osservatorio permanente sul riutilizzo e il riciclaggio, che garantisca la valutazione della rilevanza delle soluzioni adottate da un punto di vista ambientale ed economico.