È LA POPOLAZIONE A FAR LA DIFFERENZA. SEMPRE – 16 AGOSTO 2020

È LA POPOLAZIONE A FAR LA DIFFERENZA. SEMPRE – 16 AGOSTO 2020

Conta il traguardo raggiunto, ma conta ancor di più lo stato ai nastri di partenza. E conta il modo di vivere il Merito.

Amancio Ortega, fondatore della catena d’abbigliamento Zara, ha oggi 83 anni. Ama il riserbo e rifugge l’ostentazione, ma è tra gli uomini più ricchi al mondo. D’origini umili, deve la sua fortuna a un’intuizione, alla capacità di trasformarla in un progetto ambizioso e al coraggio di perseguirlo nonostante lo scetticismo altrui. La missione è stata, fin da subito, coniugare il desiderio dei più di cambiar spesso abito con la diffusa difficoltà economica. La moda low cost ha conquistato presto il mercato. Le masse hanno decretato il successo di un’idea fatta di lucida visione e consapevolezza.

È la popolazione a far la differenza. Sempre.

Nessuna èlite può essere capace, da sola, di imporre regole di vita e costumi sociali.

Eppure accade che a gruppi ristretti sia affidato un potere incommensurabile. Il Popolo è stato usurpato della propria forza grazie alle armi della pressione, dell’indifferenza, dell’incognita dei numeri del mercato e della disinformazione.

La società viaggia a velocità diverse. Alla difficoltà di alcuni nella scelta di allocazione degli investimenti corrisponde l’indigenza di altri.

Lo stato di cose può ancora essere invertito. Lo dimostra l’esperienza di chi ha il coraggio di osare e inseguire i propri sogni.

Il primo passo è reagire a una politica fatta di ambiguità e di verità celate. Soltanto riconquistando il controllo della realtà è possibile scegliere con consapevolezza, senza i condizionamenti di pericolose contraddizioni informative. Nel corso periodo emergenziale appena passato, ai cittadini è stata negata incontrovertibile chiarezza sui rischi per la propria salute. Ancor oggi è negata la verità sull’utilità di misure che hanno inciso sulla vita di migliaia di lavoratori, in stato di grave difficoltà. Non v’è chiarezza sulle ragioni delle scelte politiche e sono secretati i dati di carattere scientifico sull’evoluzione dell’evento pandemico e sulle più verosimili proiezioni verso un futuro prossimo. Informazioni che aprirebbero a una maggiore effettività della libertà personale e dell’autonomia dell’attività d’impresa.

Da sempre, l’ignoranza genera paura, depressione e distacco. E la paura, la depressione e il distacco generano soggezione.

Per questa via, il viaggio verso l’equità sociale e la giusta redistribuzione della ricchezza si mostra lungo e impervio.

Quella felicità collettiva che a tanti piace chiamare ‘benessere sostenibile’ non può costruirsi sul timore, né sui sentimenti d’odio, rabbia o invidia che pervadono i più e che nascono dal disagio. L’ira sollecitata dalla iniqua distribuzione delle risorse, dalla disparità delle opportunità e dalle prevaricazioni antisolidali non può che essere fonte di guerre sociali.

Prova ne sia la tragica esperienza del popolo libanese. Già provato da una importante crisi finanziaria, ha deciso di non arrendersi e di scendere in piazza. Ha deciso di reagire. Ma nessuna violenza porta alla soluzione. Perché la stanchezza procurata dalla battaglia non fa che rendere il Popolo debole ed esporlo a nuovi approfittamenti.

Occorre costruire un’idea. Soltanto questo consente al Popolo di riconquistare indipendenza di valutazione e scelta.

Meritocrazia Italia non vuole essere istituzione. Vuole ricrearla in migliore aderenza al disegno costituzionale. Perché solo ricomponendo istituzioni fatte di solidarietà ed equità si può dar vigore a un nuovo vivere civile.



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