È l’Uomo a inventare se stesso

È l’Uomo a inventare se stesso

L’umanità gioca una partita davvero importante.
È chiamata a combattere una battaglia contro se stessa, contro la medesima realtà che voluto realizzare.
Siamo in un momento di destrutturazione e ricostruzione, verso il vero progresso, quello che dovrebbe portare libertà e non nuove schiavitù. Ma serve l’aiuto di tutti. Da soli non si può riuscire.

Offre uno spunto di riflessione la filosofia di Jean-Paul Sartre, che riuscì a creare una linea di comunicazione tra marxismo e umanesimo, ragionando sul concetto di esistenza. Diceva che l’esistenza precede l’essenza. Esistere prima di essere. L’Uomo è costretto a inventare se stesso e su di lui ricade la responsabilità di trovare uno scopo fuori di sé, per realizzarsi.

Su quest’idea di esistenza bisogna soffermarsi.

Se l’Uomo dismette il compito di farsi artefice del proprio modo di essere e si affida passivamente alla tecnologia, ai media, per evitare ogni sforzo, ogni impegno, l’apatia e l’ignavia prenderanno definitivamente il sopravvento. E sarà la fine del sistema sociale.

L’arma contro questo pericolo è la Cultura. La curiosità, la voglia di conoscenza contrastano il progressivo arretramento della comunità, perché ripristinano i punti di riferimento e consentono di riprendere il controllo delle proprie esistenze. Soprattutto la Cultura aiuta a ragionare con la legge dei tempi, ad anticipare i problemi, a prevedere le difficoltà, per prevenirle.
Le opportunità vanno create; e per creare le opportunità si deve risvegliare l’intelletto. Che costruisca nuovi concetti, e sia in grado di scendere nella profondità delle cose. La superficie non offre che verità parziali, e a volte fuorvianti.
Tutto questo è possibile soltanto cogliendo le sollecitazioni che vengono dal confronto con l’altro, dalla dialettica, dalla condivisione dei pensieri. Tutti modi per sciogliere le coscienze.
Ogni volta che mi confronto con altri, in dibattiti pubblici o trasmissioni televisive, mi rendo conto di quanto il dialogo quotidiano in Meritocrazia mi abbia arricchito, e continui a farlo. Mi rendo conto di quanto serva questo esercizio continuo di apertura delle prospettive, di allargamento della mente a punti di vista nuovi e diversi. Mi rendo conto di quanto serva partecipare, o anche soltanto leggere di tanti temi differenti.
Meritocrazia è responsabilità e sacrificio. Ma è anche fonte di grande arricchimento personale. E un giorno grande sarà la soddisfazione di aver contribuito a un futuro migliore.

Siamo tutti protagonisti della nostra esistenza. Promotori attivi di un nuovo modo di vivere, e di essere. Per non dover raccontare, un giorno, di aver conseguito solo successi personali, senza aver fatto nulla per abbellire il contesto e dare un’opportunità in più alle generazioni a venire.

Delinquenza, disastri ambientali, inoccupazione, crisi economica. Sono soltanto alcuni degli effetti nefasti dell’appiattimento culturale, che porta l’Uomo a ‘viver come bruto’, a sopravvivere, rinunciando alla qualità dell’esistenza.
Tanti filosofi credono che l’Uomo sia l’animale più pericoloso al mondo, ma per dire che soltanto l’elemento culturale ed etico può contribuire alla costruzione degli equilibri, e all’avanzamento delle Civiltà.

Come Sartre sosteneva, l’esistenza è il risultato pratico della realizzazione del pensiero. Alla fine è l’azione ciò che consentirà all’Uomo di ricoprire una posizione di primazia.



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